6.6.08

Google & Amici

Una mia amica nel suo blog ha discusso di un argomento tecnicamente molto banale, quanto sottovalutato dalla maggior parte delle persone: quanto siamo "indicizzati" dai motori di ricerca Internet? (nella fattispecie Google)
Nel suo episodio specifico narrava che, a distanza di pochissimo tempo, due suoi conoscenti delle elementari (che non vedeva più 24 anni) l'avevano contattata via email. Così, dal nulla. Questi due signori avevano digitato su Google il nome di questa mia amica, nella speranza di trovare informazioni che portassero ad un recapito: un indirizzo, un telefono, un'email.
La mia amica, essendo presente su numerose pagine web di design e Fantasy, aveva in effetti un'email pubblicata di sua proprietà. Così seguendo il più classico dei copioni dal film "Manuale d'Amore 2", ovvero, se tutto fallisce nel presente, precipitati a trovare le vecchie amicizie sepolte dal tempo. Solitamente il limite imposto è le scuole superiori, ma mai dare delle regole ai sentimenti!
Come una reazione spontanea, ovviamente, lo stesso desiderio di "googlare" i miei "amici che furono" delle elementari e delle medie divenne impellente.
Che cosa spunta digitando il mio nome con Google, ne sono ben conscio, anzi la mia indicizzazione è abbastanza corposa, e la cosa mi fa solo relativamente piacere. Essere uno che in una paginetta web amatoriale (quando ancora si chiamavano Homepages) ha messo il proprio nome e cognome nel 1996, mi ha scolpito permanentemente negli archivi do Google.
Puoi anche togliere la pagina, ma rimangono in giro varie Copie Cache di essa...
Il solito articolo, falsamente spacciato per rubrica di cultura informatica su di un noto quotidiano italiano online, un paio di anni fa, riportava di una moda tutta americana di dare il rating di una persona in base ai risultati di una semplice ricerca Google del nome/cognome o poche altre parole chiave in più. Più risultati hai, più "conti".
Io conto più di alcuni famosi registi italiani emergenti, secondo questo metodo... Peccato che io Cannès non so manco di precisissimo dov'è.

A parte queste note di colore, essere rintracciabili in Internet con facilità (già, perchè se usiamo un motore di ricerca Deep Web, si possono ottenere informazioni praticamente su tutti, se certi siti governativi non sono programmati con certi standard) è una scocciatura.
Io, in queste settimane, sto pagando lo scotto di essere così indicizzato, poi magari, a cose fatte, tra qualche anno ed a grandi linee, vi spiegherò cosa sto passando or ora.

Torniamo ai miei amici.
Ho provato anch'io a digitare con Google il nome ed il cognome del mio migliore amico delle medie. Roberta D.
Si, in un'epoca in cui la sessualitá nei dodicenni era un istinto quasi latente e difficilissimo da interpretare (al contrario di adesso), il mio "amico" -ovvero il compagno di banco di tre anni-, era una ragazzina. La prima risposta che mi fornisce google è di una persona con lo stesso nome che vende suoi dipinti su Ebay. Verifico le inserzioni. Sono di Parma. Roberta già alle medie era molto dotata nel disegno, e nelle ore di Educazione Artistica dava il meglio di sè, quasi eguaglaindomi in bravura ;-).
Con tutta probabilità è lei. Vedo suoi quadri, che vengono venduti a diverse centinaia di € al pezzo. Non male. Quadri ad olio con soggetti surreali, solitamente dei bambini. Tinte piene, intense. In un quadro dominano le tonalità del blu, in un altro del giallo.
Bimbi sorridenti, bimbi pensierosi, i protagonisti delle sue tele. Robby, sei diventata davvero un'artista!
Un sentimento di dolcissima malinconia mi prende quando penso a quegli anni spensierati.
Provo con il nome di un'altra persona con cui avevo legato molto: Giacomo B.
Su Parma esce che un omonimo lavora per l'ufficio sicurezza di una grande azienda della zona, ed è ingegnere civile. Email, interno dell'ufficio. Però... Beh si in effetti coi numeri aveva dimestichezza Giacomo e sopratutto i genitori gli imponevano una rigida disciplina di studio. Proviamo con altro: Marco L.
Immediato il risultato: un suo profilo, pubblicato nel sito aziendale. Sembra che sia in uno studio associato di ingegneria. E' lui: nel suo profilo c'è indicata la città di nascita, che non è italiana (lo sapevamo tutti in classe che era nato fuori dall'italia...). Ingegnere civile pure lui: e bravo Marco.
Era molto bravo alle medie pure lui, e aveva una memoria molto efficiente. A tredici anni sapeva rispondere istantanamente sulle capitali del mondo.
Afghanistan? Kabul! Giappone? Tokyo! Iraq? E dov'è? Vicino all'Iran... Ma dove?! Beh, è Baghdad... Credo.
Beata ignoranza...

Ok quelli bravi scolasticamente sono su Google. Inserisco il nome di una ragazza che a quei tempi badava più ad imitare Madonna che a studiare. Nulla. Risultati incoerenti.
Provo un'altra combinazione. Nulla. Provo in Deep Web. Niente.
Non sarà mica morta? :-(

E' un gioco pericoloso, si sa. Questi sono comportamenti che si sa già dove portano. Una mia amica è diventata un'artista che vende le sue opere, altri due sono ingegneri. Ed io?
Il meccanismo del confronto scatta in automatico. Loro hanno fatto più carriera di me...
Certo, sono convintissimo che se fossi un miliardario felice (che è cosa diversa da un "felice miliardario"), manco avrei provato a fare questa ricerca con Google.
Se le cose nel presente non ci soddisfano al 100%, direi che è normale cercare soluzioni nel passato. Normale è diverso da Utile.
Vi chiedete se ho contattato questi amici che rintracciato via Google?
No.
Se era destino che fossimo restati amici, non è certo Google che può forzare la Sorte.
Credo ancora agli incontri casuali, avendo provato almeno due volte in vita mia due situazioni degne da commedia romantica, basate sulla pura casualità, modello "1 possibilità su un 1.000.000". Ma queste sono altre storie... ;-)