13.4.09

Il mio romanzo: come lo faccio



-->In effetti sono stato un po’ occupato ultimamente…
Il lavoro in primis, che effettivamente mi prende abbastanza tempo durante la mia giornata, ed in più un “principio” di disaffezione al Blog. Può succedere.
In ogni caso, per tutto questo inverno ed inizio di primavera, nessun evento particolare da commentare.
Ultimamente qualcosa invece è avvenuto.
Innanzitutto apro e chiudo subito un argomento che è stato portato alla mia attenzione proprio questa settimana. Più di un lettore del mio romanzo mi sta scrivendo delle “incredibili” analogie tra il mio romanzo e il disastro del terremoto in Abruzzo di una settimana fa.
La descrizione che ho dato dei luoghi di un disastro in ambito urbano, delle tecniche dei Vigili del Fuoco, di come si muovono i giornalisti a livello di inquadrature, tecnologie e frasi che dicono ai microfoni, come conducono le interviste ai sopravvissuti, e soprattutto come la scorta del Presidente del Consiglio si muove, ripresa dalle telecamere, nei luoghi colpiti dal disastro. La persona che se ne esce dicendo che aveva previsto tutto... etc..etc…
Tenendo conto che il mio romanzo fa avvenire un disastro, non di origine naturale, nelle Marche, e non in Abruzzo, per tutto il resto, ammetto, che sono rimasto “relativamente colpito”.
Ai lettori posso solo dire: mi sono limitato a descrivere un’Italia che conosco bene da questo punto di vista “tecnico”, ovvero macchina governativa dei soccorsi e media. Idem per la scorta del Presidente del Consiglio. Non è un caso se si sono mossi esattamente come l’ho descritto nel mio racconto che ho scritto quattro anni fa.
Resta il fatto che il mio è solo un romanzo e tale deve restare. Finite le analogie, resta solo il dramma di l’Aquila e zone limitrofe.

E’ Pasqua.
E allora?
Si mangia diverso, si sta a casa un giorno in più dagli eventi lavorativi, ma temo di essere assolutamente circondato da una società che ben se ne guarda di trovarci ancora il benché minimo richiamo religioso a questa ricorrenza.
Nel mio caso specifico approfitterò questi giorni per fare pesantemente ordine in casa (il motivo c’è, ma lo rivelerò più avanti ;-) ) e per continuare a scrivere il nuovo romanzo che, da un paio di mesi, ha subito una battuta d’arresto totale. Non è sindrome da “pagina bianca”, anzi, come al solito, il mio problema è non sfornare prodotti da 600 pagine, ma piuttosto direi un continuo pianificare in schemi la narrazione, e poi non cominciare a scrivere i riempitivi tra un evento e l’altro del romanzo.
Però, per “tranquillizzare” chi mi sta richiedendo il seguito al primo romanzo, pubblico questa mia immagine che mi ritrae nella mia più assoluta tranquillità creativa casalinga. A dire il vero la maggior parte del primo romanzo è stato scritto con un notebook e non nelle mie mura domestiche, ma quello ch vedete è il mio studio dove riassemblo i vari pezzi del romanzo che ho scritto da notebook e palmari, e poi unisco nei vari file.

Mi hanno chiesto come si fa a scrivere un romanzo, in tanti. Tutta gente che vorrebbe sottopormi loro manoscritti da valutare.
Una volta per tutte: io non sono un editore. Ma, esattamente come gli editori, ho pochissimo tempo libero per leggere il materiali di altri, e soprattutto le mie valutazioni potrebbero essere molto falsate dall’umore del momento…
Faccio fatica a trovare il tempo di sviluppare i miei scritti, figuriamoci a leggere quelli degli altri! Però, anche questo mio piccolo campione statistico di romanzieri in erba conferma la mia teroia: siamo un popolo di scrittori, è inutile negarlo. Che poi gli editori di casa nostra sembrano essere ciechi, sordi e un po’ “conservatori”, è un altro paio di maniche… ;-)

Torniamo alla domanda principale. Come si scrive un romanzo.
Partirei dicendo, non come faccio io… Ma proseguiamo lo stesso con la risposta.
Innanzitutto bisogna avere del tempo.
Prima banalità, ma la gente sottovaluta la questione.
Quando si è nel “ritmo creativo”, scrivere tutti i giorni è controproducente, ma scrivere una volta alla settimana è poco.
Quando io ho sviluppato il romanzo, avevo un ritmo di 3 volte alla settimana, e il momento in cui avevo la maggiore resa di “volume di scrittura” era la domenica mattina.
Sinceramente credo poco a chi scrive di notte, o a chi produce un romanzo in meno di una settimana. Mi sembra che Umberto Eco, una volta disse che il “Nome della Rosa” lo avesse scritto in pochissime notti. Beato lui.
Quindi, “disciplinare” il tempo che si dedica allo sviluppo del romanzo. Ma prima di scriverlo, c’è una fase precedente, fondamentale, che è la pianificazione del romanzo.
Ho detto sopra che credo poco a chi scrive in pochissimo tempo un romanzo, e credo ancora meno a chi dice che lo scrive “di getto”.
Un romanzo, se vogliamo che abbia una trama leggermente più complessa ed intelligente di una puntata di un serial televisivo poliziesco Made in Italy, deve essere pianificato.
Qui i metodi sono tanti come anche gli strumenti.
Tutto va bene, purché aiuti il vostro cervello a sviluppare una visione globale, ma allo stesso tempo dettagliata della trama.
C’è chi fa degli schemi su carta, tipo “flow chart”, e c’è chi compila una lista numerata che rappresentano gli eventi della storia in ordine cronologico.
Io preferisco usare un software che mi permette di fissare i punti della trama, di seguire i personaggi della storia, e vari dettagli, senza cadere in idiozie da famosissimi romanzieri anglosassoni, che si fanno sgamare da una lettrice bambina che avevano fatto vivere un personaggio in una scena, mentre costui era morto cento pagine prima.
Quindi, riassumendo: trama principale, personaggi, interazione dei personaggi con la trama.
Fate degli schemi che riassumano questi punti, mettendo giù una linea temporale, che scandisca i vari eventi della storia.
Questa regola va benissimo per qualsiasi categoria di romanzo: dalla storia d’amore più coinvolgente, al mattone storico/politico.
Poi entriamo più nel dettaglio, ovvero dove si concentrano più le domande dei miei lettori.
Come si fa un romanzo techno/thriller?
Ci sono solo tre consigli: documentarsi, documentarsi e ancora documentarsi.
Non potete scrivere una storia che coinvolga tecnologie militari ed argomenti correlati, e poi scrivere idiozie degne da giornalista di provincia.
Il lettore medio appassionato di questi argomenti, è un lettore esigente, e nella maggioranza dei casi, è un individuo che globalmente ne sa più dello scrittore stesso, di certi argomenti.
Ed odia farsi infinocchiare.

Nel mio caso specifico del primo romanzo il mio background, nonché anni di letture di pubblicazioni specifiche anglosassoni e non, mi ha permesso di gestire una mole d’informazioni non indifferente, per amalgamarle nella mia narrazione.
Nel secondo romanzo, inserisco tecnologie e situazioni che si svolgono all’estero, che non ho potuto “toccare con mano”. Ma data la delicatezza di certi argomenti, e l’assoluta volontà di presentare gli eventi in maniera più verosimile e dettagliata possibile, ho impiegato un anno e mezzo a documentarmi tra libri di editori stranieri (selezionati scrupolosamente tra gli autori meno schierati politicamente) e contattando gente il cui anonimato garantito è il minimo richiesto, data la legge italiana su certe attività all’estero.

Ma torniamo a come organizzare la stesura del romanzo in dettaglio. Ripeto: io sto descrivendo il MIO metodo, sviluppato dopo il completamento del mio primo romanzo.
Un romanzo è una storia suddivisa in capitoli.
Ogni capitolo, a seconda dello stile di narrazione, può avere dei cambi di “scena”, o seguire più trame.
Lo schema de seguire è il seguente:
-scrivere la trama in generale di tutto il romanzo, senza entrare troppo nel dettaglio, ma riportando solo i punti cardine della narrazione. Per quanto possa essere una trama complessa, dovete restare entro una pagina.
-Scrivere una scheda per ogni singolo personaggio con i suoi dati anagrafici e descrizione fisica e altri dettagli della sua personalità, background… Non è detto che tutti questi dettagli emergano durante il romanzo, ma scriverlo vi aiuterà a descrivere il personaggio con maggior spessore.
-Suddividere la trama in capitoli, e di ogni capitolo scrivere un riassunto. Il riassunto del capitolo deve rispondere a queste domande: CHI, DOVE, COME, QUANDO.
-Fatevi un file dove scrivere tutte le idee che vi saltano in mente per il romanzo, per fissarle immediatamente. Tenerle in testa scompaiono e basta.

Insisto sullo scrivere tanto le proprie idee, perché lo scrivere è un processo neurologico che ci aiuta a fissare meglio le idee e a chiarirle. Non solo per conservarle.
Esempio pratico: Durante la giornata mi viene in mente un dettaglio per il romanzo. In testa sembra che “giri bene”, poi nel momento in cui lo fisso su file (o su carta per gli amanti delle agendine…) devo organizzare questa idea… Nel processo di stesura dell’idea, che solitamente la scrivo come se dovessi esporla ad un interlocutore immaginario, eventuali “difetti” od “illogicità” emergono immediatamente. Quindi, o l’idea viene corretta in tempo reale, durante la sua stesura, oppure viene scartata.
Finchè vi resta in testa e basta, nel momento in cui la volete “incastrare” nella trama del romanzo, potreste avere dei “problemi”. O dover perdere più tempo per gestirla ed interfacciarla col resto della narrazione.

Questo è il metodo che utilizzo per la stesura dei miei scritti, non è detto che funzioni con tutti gli scrittori.
Però se siete all’inizio dei lavori, provateci. ;-)