Per chi leggerà le seguenti righe: si cerchi di andare oltre il "sarcasmo". Trovo che sia una lettera, a modo suo, molto toccante. E una bella cronaca della "vita quotidiana" nelle nostre basi.
Gentilissima Signora,
Suo marito rientra a casa dopo un periodo intenso trascorso tra noi militari in Afghanistan.
Mi permetta quindi di darle alcuni consigli che l’aiuteranno a mettere a proprio agio il suo sposo, così che si possa ben ri-ambientare al nuovo ritmo di casa.
Prima di tutto l’accolga, spargendo davanti a casa fango e pietre, con qualche sacchetto riempito di sabbia e del reticolato (se fosse possibile anche una robusta sbarra all’ingresso).
Quando fa le pulizie di casa, la prego di verificare che l’acqua del secchio sia nera; passi il mocio, accertandosi che lasci delle strisciate ben visibili sul pavimento.
Per carità, non le venga in mente di spolverare, ma lasci polvere, solo polvere, dappertutto.
Per pranzo e cena chiami il vicinato per fare la fila, se poi trova degli albanesi o qualche americano, ancora meglio.
Gli dia soltanto posate di plastica e apparecchi senza tovaglia, senza olio in tavola, né vino (solo un bric di bianco per cena).
Due volte al mese gli confezioni una bella razione “K”, con scatolette a sua scelta.
Di notte, mi permetta di raccomandarle di non accendere nessuna luce, magari sabotando anche quelle del circondario; chiuda bene le persiane, rimanendo completamente al buio; gli conceda al massimo qualche piccola lampadina per non fargli perdere l’orientamento.
La prima settimana lo faccia dormire in tenda o nel corridoio in mezzo a scatoloni e borse.
Aggiunga uno o due letti e chieda al maresciallo della stazione o un altro militare a caso di stare là a russare forte.
Nel mezzo della notte, almeno una volta, gridi “Fruu, fruu, fruu” e registri il messaggio: “The base is under attack, the base is under attack”, mettendogli vicino al letto l’elmetto e il giubbotto antiproiettile: saprà lui cosa fare… sicuramente cercherà un bunker! Ma lei non si preoccupi e tenga la calma.
Ogni tanto prenda un megafono e, con voce metallica, dica: “TRA CINQUE MINUTI CI SARA’ UN’ESPLOSIONE CONTROLLATA”, ripetendolo per due volte ad intervalli di 5 minuti, (lo traduca quindi anche in spagnolo ed in inglese) e poi faccia scoppiare la bombola della cucina.
Per cortesia impari questa frase a memoria: “Shuma as peshkash credit rayagan Rosian, bary daryaft tamashai… Tashakur!” e telefonandogli la ripeta dolcemente. Se invece vuole telefonare lui, parli con la Telecom o con Vodafone per non fargli prendere mai la linea.
Ogni tanto gli ripeta: “Ti vogliono al PIO… hanno chiamato dal GSA… vado al Camp Site… c’è la JATF… arrivano quelli della Tarsk Force North/Center/South/South West a cena… ho visto il J1 o J2 o J9…”, E se lo vuole proprio far schiodare dalla poltrona gli dica: “Ti ha chiamato a rapporto il Generale di RC-WEST”.
Nel primo vostro fine settimana gli prometta una bella vacanza, salvo poi fargli sapere che hanno spiantato i voli o che non siete stati inseriti nella lista.
Mi raccomando Signora, quando fa il bucato. Non stiri niente, per carità. Il lavaggio dev’essere ben “stracciato”. Metta tutto in un sacchetto e senza nessun tipo di profumo, lasci le calze sparse, le magliette spiegazzate e, solo la mimetica decentemente ordinata e confezionata su un appendiabito.
Se andate insieme a fare la spesa, faccia la gentilezza di sedersi dietro, dopo aver vestito un burka. Non vada in un Centro Commerciale, ma si informi di qualche mercatino all’aperto (va bene anche dai cinesi); possibilmente di domenica.
Se nota qualche persona che vi guarda con sospetto, dica subito a suo marito che si potrebbe trattare di un INSURGENT…
Se poi lei si deve recare da sola per qualche commissione, tranquillizzi suo marito dicendogli che anche lei ha sostenuto brillantemente il corso di IED.
Gentilissima Signora, scherzosamente le ho voluto dire che il rientro da una missione è sempre un po’ destabilizzante. Se trova suo marito un po’ stressato, abbia pazienza e lo riempia di affetto e d’amore.
So benissimo che anche lei ha fatto la sua missione, sopportando il disagio della distanza e, pur nella preoccupazione, ha saputo sostenere la famiglia. Per questo, tenga sempre presente che, la medaglia che è stata consegnata a suo marito, è tutta per Lei.
Ringraziamo insieme il Buon Dio che vi fa ancora riabbracciare felici e gli chiediamo di continuare a benedire la vostra cara famiglia.
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