27.12.07

Come organizzare un romanzo?

Penso che la sfida per ogni scrittore esordiente (tradotto: grafomane all'ultimo stadio) sia organizzare le idee per il suo scritto.
Gli anglosassoni sono paranoici su quest'argomento.
Organizzare perfettamente tutte le idee prima di tutto, poi scrivere.
A parte che gli anglossasoni hanno anche i corsi di scrittura creativa: ho provato a vederne qualcuno... e li trovo estrememente incompatibili con il modo di pensare/creare/produrre italiano.
Se uno ha coltivato il proprio cervello leggendo molto e poi scrivendo altrettanto, con buoni basi scolastiche, l'unico problema possono essere le idee, ma non come scrivere.

In ogni caso, questi americani, sono usciti con un programmino scemo scemo che mi è piaciuto tantissimo. WPO: Writer's Project Organizer http://download.cnet.com/Writers-Project-Organizer/3000-2076_4-10609643.html
Allora, non sono pagato da loro, e difficilmente faccio pubblictà a dei prodotti.
Ma in questo caso abbiamo a che fare col classico super "Uovo di Colombo".
Sostanzialmente, nel mio caso, ha sostituito un paio di grafici fatti con Microsoft Visio, un foglio di Excel, ed N altri di Word e qualche reminder di Outlook per iniziare la pianificazione del nuovo romanzo.

Immaginate un programma, scritto non eccezionalmente in .NET, che vi tenga dietro i seguenti parametri di un romanzo:
  • Sinopsi
  • Gestione dettagliata della trama attraverso i vari capitoli
  • Idee improvvise da "fissare subito"
  • Personaggi (con singole schede per immettere tutte le informazioni su di essi ed evitare "contraddizioni" durante la stesura)
  • Scadenziario di gestione degli invii dei manoscritti alle varie Case Editrici
  • Gestione economica dello scritto (in tutti sensi: da quanto tempo ci sto impegnando, a quanto ci sto guadagnando)
  • Tanti altri piccoli dettagli
Alla fine un romanzo è tutto (e non solo) quanto descritto sopra: ovvero una serie di informazioni che vanno "orchestrate" bene, se si vuol giungere ad un risultato.
Con "La Giusta Decisione", che non ha una trama "linearissima", ho dovuto fare i salti mortali per stare dietro alle varie sotto-trame di tutti i personaggi.
Alla fine avevo riassunto tutto con un diagramma di Brainstorming di Microsoft Visio.
Un casino che non vi dico...
Ho inziato la settimana scorsa ad usare il programmino che ho segnalato, per immettere i dati de "La Giusta Decisione" e ora lo sto programmando per il seguito.
Davvero, mi da una sensazione di "ordine e pulito" nella pianificazione dei lavori, che rasserena prima di iniziare un nuovo lavoro.
Unica "pecca" che è solo in inglese. Ma come diceva quel tale: "Internet ed inglese: chi si aggiorna cresce".
E' verissimo.
Ho guardato in internet distrattamente, e di software del genere in italiano, pensato per gli italiani, non ce n'è. Qualcosa per Mac, ma sempre in inglese, e non perfettamente dedicato a questo scopo. Mmmh... mi sa che ci penso sopra a svilupparlo... :-D
Che """scrittore""" atipico che sono... Non sono alcolizzato, non fumo, sono eterosessuale, i libri li scrivo io davvero, faccio ricerche di prima persona su cosa scrivo, non uso un computer Apple per scrivere (anzi più pc contemporaneamente tutti XP e pure un palmare Windows Mobile) e uso un software anglosassone per pianificare i lavori...
...Non avrò mai successo...

25.12.07

La Giusta DeRisione :-D

Buon Natale (?)
La mattina del 25 Dicembre regna una pace stupenda per le strade (almeno della mia città). Quasi paragonabile a quella del 1 Gennaio.No, non è vero. In quel caso puoi trovare a qualsiasi ora del mattino qualche auto che trasporta i "rientri dall'Ultimo".
Invece stamattina è quasi perfetto. Tutto il condominio è totalmente silenzioso, le strade pure.Un silenzio perfetto per meditare, peccato che dalla finestra mi è rimasta ben poca campagna incontaminata da contemplare... Si, certo, intravedo ancora un campo ed un disordinato boschetto all'orizzonte, se con lo sguardo faccio lo slalom tra un paio di condomini che hanno costruito negli ultimi due anni.
Va beh.
Fa lo stesso.
Torniamo all'argomento del Post..Il libro, molto timidamente, sta iniziando a vendere.
Ringrazio di cuore i primi acquirenti, sicuramente gente che mi conosce virtualmente attraverso i Forum che frequento e su cui ho pubblicizzato l'uscita del libro.
Ovviamente, a spizzichi e bocconi, incominciano ad arrivarmi i primi commenti via SMS ed Email (ma finire di leggerlo prima, no eh?).
Al momento sono commenti positivi. Fa sempre piacere, ma sono in attesa delle critiche sui "commenti tecnici".
Allora, partendo dal presupposto che "ogni singolo lettore" nella sua testa avrebbe fatto fare ai personaggi "una cosa diversa" da come ho condotto la storia io, vorrei concentrarmi su altro.Innanzitutto, com'è molto di moda, il mio romanzo è pieno di "omaggi" ad altre opere, con riferimenti più o meno espliciti.Attenzione, i miei "omaggi" sono puramente dei riferimenti, non come certi sceneggiatori di fumetti compatrioti, che scopiazzano a man bassa dallo scibile romanzesco e cinematografico di genere, poi dicono "è un omaggio". Per me la differenza tra "omaggio"/"Citazione" e plagio c'è, eccome. (Come sono cattivo stamattina... Ma non è Natale?)
Comunque, senza impegno per i lettori del romanzo, invito a postare su questo blog le "citazioni" che si possono intravedere nella mia storia.Non ci sono premi particolari. Non faccio come quello scrittore emergente che ha fatto un sito con premi a pagamento per chi postava gli errori che c'erano sul suo romanzo. Correggerlo prima di andare in stampa no, eh? ;-)
Dandovi un aiuto, nel romanzo ci sono i seguenti riferimenti:
-Ad un famoso romanzo biografico di "genere"
-Ad un videogioco tattico
-Ad un film (tratto da un romanzo) di "genere"
Per il momento ci fermiamo qui.
Una discussione "tecnica" degli eventi/tecniche/equipaggiamenti usati dai personaggi del romanzo... direi che da sola riempirebbe un Forum, cosa che al momento non nessuna intenzione d'aprire/gestire, quindi aspettiamo che il numero di lettori "inferociti" pronti a dire la loro tecnicamente parlando.

9.12.07

Il romanzo esce...


(questo post è uguale a quello che ho postato in forumartimarziali.it . Era venuto bene, quindi lo riciclo... ;-)


Eccolo, finalmente.


“Finalmente” lo dico io dopo quattro anni di stesura del testo (con un anno abbondante di “pausa creativa”).


Scherzi a parte…

La sinossi del romanzo è la seguente:
L’Italia in un futuro molto vicino.
Un attentato devastante è compiuto da una cellula terroristica fondamentalista islamica sul suolo italiano.
Per una combinazione d’eventi l’attentato avviene in un luogo diverso da quello previsto, ma sempre con conseguenze pesantissime.
Per aumentare la portata mediatica dell’attacco, la cellula terroristica, basandosi sull’aiuto di cellule dormienti del Nord Italia, organizzerà un attentato senza precedenti contro il Presidente del Consiglio.
Il Governo italiano, con il coinvolgimento di quello USA, organizzerà una caccia serrata agli attentatori, che culminerà in una disastrosa incursione fuori dai confini nazionali.

I protagonisti sono tanto diversi, quanto rappresentativi.
Saverio Mora, un trentenne la cui carriera lavorativa precaria è frutto delle varie politiche dei nuovi contratti di lavoro, che si giostra tra svariati occupazioni nell’Information Technology, e la cui enorme esperienza di tecnologia militare maturata dalla sua passione per la materia, lo porterà suo malgrado ad essere coinvolto negli avvenimenti drammatici della storia.
Giovanni Majano, agente del Nuovi Servizi Segreti Militari italiani, che cercherà di proteggere l’Italia a “modo suo” conducendo indagini oltre la legge.
Matteo Giuliani, giovane Tenente Incursore del Reggimento Paracadutisti d’Assalto IX° “Col Moschin”, alla sua prima esperienza operativa in battaglia.

Questi tre personaggi, insieme agli altri del romanzo, danno vita ad una catena di avvenimenti che si sviluppano sulla realtà operativa degli apparati ed Istituzioni italiani.
Gli argomenti affrontati, attraverso le riflessioni dei protagonisti, sono svariati ed attuali: la minaccia terroristica incombente sull’Italia, l’integrazione dell’Islam in Italia e degli italiani neo-convertiti a questa religione, la politica che è dietro le decisioni repentine negli interventi militari, la portata operativa nei confronti del cittadino degli 007 di casa nostra e la motivazione che porta a diventare, e che serve per restare, un Incursore dell’Esercito Italiano.
Il tutto mescolato a descrizioni delle tattiche e delle future tecnologie applicate al moderno campo di battaglia.

Sono pochissimi i romanzi italiani (ma decisamente molte di più le fiction televisive, chissà perché?) basati su personaggi e storie che coinvolgono, in maniera estremamente realistica, ambienti civili e militari, in una trama assolutamente verosimile, che prendono spunto dall’attualità.
Siamo invasi dalla letteratura straniera di genere in cui i vari Andy McNab sono sempre in ottime posizioni nelle classifiche dei libri venduti ogni anno in Italia.
Il mio piccolo contributo, rivolgendomi esplicitamente a quel pubblico che è appassionato di storie d’azione e tecnologia/tattica militare, lo si ha in questo mio primo romanzo.

Il romanzo s’ispira personaggi reali, che ho conosciuto personalmente, calati in un contesto verosimile.

Andando sulle tematiche “tecniche”:
Specificatamente parlo degli Incursori del IX° “Col Moschin”, di uno spaccato della loro vita quando sono “in attesa” tra una missione e l’altra, i rapporti con la famiglia e della vita di caserma a livello operativo.
Ho avuto, nella stesura di queste parti, la collaborazione fattiva di tre operatori del “Col Moschin”, che sono anche ritratti come personaggi principali della storia.
Nella mia precedente occupazione ho frequentato i membri della scorta del precedente Presidente del Consiglio.
Il romanzo è in parte incentrato anche su di Lui, con dettagli “inediti” della sua vita privata, nonché sulla reale vita da “servizio di sicurezza” a livello governativo.
Come? Si, certo. Ho le spalle coperte, anche se mi aspetto qualche querela.
Per il resto si affrontano le tecnologie più moderne applicate al moderno campo di battaglia.
Il “problema” è che avendo impiegato 4 anni per scriverlo, molte di queste tecnologie sono state già applicate, quindi non risulto particolarmente avveniristico… 
Il mio stile di narrazione è stato definito come “commerciale, non impegnativo”. Quindi, nonostante ci siano spiegazioni tecniche qua è là nel romanzo, il tutto dovrebbe scorrere via bene.
Noterete tra le prima pagine, ed il finale, un cambio di stile di narrazione. Ho avuto tre anni per raffinarmi. Dicono che sia normale.

Questo mio primo romanzo è ovviamente il primo impatto come scrittore col pubblico.
Non sarà una passeggiata.
Sono perfettamente conscio che non potrà piacere a tutti, e in certi casi riceverò delle critiche pesanti, in quanto il romanzo è dichiaratamente politicamente schierato.

In attesa che le due Case Editrici con cui sono in “attesa di contratto”, si facciano vive (una ha impiegato 9 mesi per rispondere, positivamente, ad un invio della sinossi e dei primi capitoli del romanzo…), esco con una Casa Editrice indipendente online.
Vantaggi: finalmente il romanzo vede la luce e in un formato professionale, andando verso ciò che sarà il futuro dell’editoria. Senza CENSURE a colte imposte dalle grandi Case Editrici. Inoltre, scegliendo una Casa Editrice indipendente ondine si scansano gli “sciacalli editoriali”. Ovvero quelle piccole ed insignificanti case editrici di provincia che chiedono soldi per approvarti e SOLO stamparti il tuo romanzo. Per gli scrittori esordienti: NON ESISTE che vi chiedano soldi per pubblicare il vostro libro. Anche perché se non curano la distribuzione in libreria/pubblicità, il loro comportamento finisce pericolosamente vicino al significato del vocabolo TRUFFA. Undecided

Svantaggi: Non uscirò nelle librerie tradizionali prima della primavera 2008. Una Casa Editrice italiana è un’impresa che deve gestire molto bene le risorse. Se accetta uno scrittore esordiente, è ovvio che non ci scommette sopra tutte le sue risorse (a meno che non si tratti di un prete che fa dei figli o di una adolescente che s’inventa una biografia a luci rosse angel), quindi tutto avviene CON CALMA. E soprattutto senza investire troppo in pubblicità, che è sempre a carico dell’autore (a meno che non si tratti di case editrici tipo Rizzoli/Mondadori). Ricordatevi che una Casa Editrice campa sulle ristampe di libri riconosciuti dal mercato da decine d’anni. Non sugli “istant book”.

Dove reperire il libro?
Ecco il link alla mia pubblicazione: http://www.lulu.com/content/1173895

6.12.07

Quando è previsto che sia disponibile il romanzo?

Per chi mi ha chiesto quando il romanzo sarà disponibile.

Inzialmente solo in Internet su IBS.it e altri store ONLINE, a partire, stimo (spero), nella settimana di lunedi 17 dicembre.
A primavera sarà nelle librerie. I tempi editoriali sono un po' "strani", con certe Case Editrici.
Specie quando hanno a che fare con uno autore emergente sconosciuto: non puntano tutto su di esso proprio sotto Natale...
Cosa che comprendo perfettamente e oltre tutto io credo molto alla risorsa Internet per la vendita di esso e l'eventuale affermazione sul mercato.
Infatti, inizialmente, mi muovo autonomamente.
Il mio romanzo ha un target dai 25-45 anni, di persone tecnologicamente incuriosite, quindi che sicuramente non hanno problemi a fare un carrello su di un sito di commercio elettronico serio e riconosciuto.

Inoltre, spero questo weekend, di mettere in linea il mio sito, che è un compendio al romanzo, in quanto ne illustra, a grandi linee, la genesi.

In ogni caso, questo Blog, rimane il modo migliore per rispondere ad eventuali domande sul romanzo, ed interagire con i suoi lettori.

5.12.07

Ho avuto il mio primo approccio con le Arti Marziali quando andavo alle elementari, spronato da mia madre.
Ero il più piccolo della classe, e lei era convinta che iscrivermi a Judo (era la fine degli anni ’70) fosse stata una buona idea per sviluppare il mio fisico e ad interagire con altri bambini.
Aveva sicuramente ragione, ma non aveva fatto i conti con la mia testa di bambino.
Così, dopo tre anni di diligente attività, un giorno mi feci “male” durante una Mae-Ukemi (nome tecnico della cosiddetta volgarmente “caduta in avanti”).
Mi cristallizzai, e non volli più salire sul tatami.
Mia madre non insistette più di un tanto, così per un bel po’ di anni, cocciutamente, non ripresi la pratica delle Arti Marziali.
Passai un’adolescenza piuttosto distante da certi miti dei film (Bruce lee in primis, che non mi faceva ne caldo, ne freddo), ma però, latente strisciava una curiosità, un desiderio di imparare a difendersi.
Così arrivò la maggiore età, e decisi di iscrivermi ad un Dojo di Arti Marziali scegliendo l’Arte il cui nome mi era rimasto in testa da quando facevo Judo da bambino, dieci anni prima: Ju Jitsu.
Nelle fotocopie sbiadite che il mio Maestro di allora aveva distribuito a noi bambini, c’era scritto che il Judo derivava dal ben più efficace e mortale Ju Jitsu. Gli aggettivi Efficace e Mortale mi rimasero stampati in testa per anni.
Così iniziai la mia Via nel Ju Jitsu.
Ebbi la fortuna di finire sotto la Guida del M° Romano Magnani, uno dei migliori Maestri di quest’Arte in Italia.
Furono anni di allenamenti intensi, rigorosi, selezionatori, improntati molto sulla disciplina ed il rispetto reciproco. Probabilmente la migliore eredità che mi ha lasciato quest’Arte Marziale, a parte i concetti e le tecniche.
Le Arti Marziali divennero parte della mia vita in quel periodo.
Il mio pensiero era orientato in funzione alla pratica marziale.
Nel quotidiano, non c’era un momento in cui la mia testa non pensasse a come rivedere una tecnica, a come applicarla, a sperimentare nuovi concetti, in attesa della successiva lezione. Se ne saltavo una, mi sentivo a disagio.
Sperimentai in quegli anni anche il Tai Chi Chuan per tre anni e lo Yoseikan Budo, ma il ju Jitsu rimaneva la radice della mia formazione marziale.

Così, dopo qualche anno d’attività, convinto anche di essere bravo, nonostante le mie modeste dimensioni corporee, un mio carissimo amico, che fino quel momento aveva avuto una carriera marziale diversa dalla mia, mi fece incontrare un ragazzo che faceva Arti Marziali Filippine.
Era il 1997.
Incuriosito dal fatto che quest’Arte, che si chiamava esoticamente “Kali”, si basasse innanzitutto sulle armi (bastoni e coltelli) e secondariamente sulle mani nude, accettai di provare qualche incontro.
Il mio Ju Jitsu venne distrutto immediatamente da queste tecniche.
Avevo studiato metodi per difendersi da attacchi di bastone, da attacchi di coltello.
Ebbene, nessuna tecnica che avevo imparato negli anni sembrava funzionare contro questo “Kali”.
Il problema divenne lampante immediatamente: Ero stato addestrato a reagire ad attacchi “codificati”.
Ero stato abituato a reagire istintivamente a gente che tirava le coltellate in maniera sempre prevedibile, e sempre allo stesso modo, come se le loro mano fossero su dei binari, stessa cosa per le bastonate.
Il Kali, invece, mi colpì per la sua “improvvisazione pura”, caos controllato, imprevedibile, ma che arriva sempre a bersaglio.
Fu uno shock terribile per me, ed allo stesso tempo una scoperta meravigliosa: avevo trovato la mia Arte.
Nelle Arti Marziali del Sud Est Asiatico, dove i popoli che le hanno codificate hanno più o meno le mie dimensioni, trovai un universo di concetti, tecniche, atteggiamenti, che mi furono immediatamente congeniali.
Sono piccolo, e devo abbattere un avversario più grosso di me? Uso un’arma. :-)
Questo è il ragionamento alla base, e non fa una grinza.
Niente regole, niente sport: azione pura.
Così, da allora, semplicemente... pratico.



Tanti sono stati i miei compagni di viaggio in questi anni di pratica marziale, innumerevoli, ma per far prima vi invito a visitare il mio sito amatoriale http://www.kali.it/

E' un sito che ho creato nel 2000, e negli anni ha subito pochi aggiornamenti, ma lo tengo online, perchè ci sono affezionato, e nel suo piccolo, ha contribuito un pochino alo sviluppo dell'attuale comunità di Artisti Marziali praticanti le discipline del Sud Est Asiatico.

24.11.07

Si prosegue con le fasi finali del romanzo...


Il romanzo uscirà in due versioni.

Una in versione "limited" con la copertina da me concepita e coregrafata, e testo senza editing editoriali. L'altra, più avanti nel 2008, quando la Casa Editrice (per ora Top Secret...) scioglierà le varie riserve per pubblicarlo.

Effettivamente, a livello politico, a qualche Casa Editrice, potrebbe provocare qualche grattacapo il mio romanzo. Ne sono fiero: odio le trame "tiepide", politically correct solo per vedersi pubblicati.

Scontentare tutti per essere d'accordo con tutti è un modo di lavorare abbastanza diffuso.

Chi non applica questa regola, solitamente segue la moda del pensiero dominante nell'opinione pubblica. L'importante è fare bella figura agli occhi del proprio intelocutore/lettore, a discapito della nostra coerenza.

Va beh, cose risapute.

Eppure c'è sempre una forma di pudore a parlare di certe cose.

Torniamo al romanzo.

Eccovi una foto, di settembre, sul set fotografico della copertina.

Fulvio, che si presta come modello, indossa una combinazione di buffetteria tattica che rappresenta un ipotetico Operatore dell Forze Speciali italiane, come vengono descritte nel romanzo.

Questa combinazione, esaminata da un Operatore del "Col Moschin" è stata giudicata intrigante. Avrei preferito il termine "verosimile", ma lo stesso lo prendo come un complimento. :-)

21.11.07



In inverno è facile perdersi a ricordarsi delle ferie estive. Non sono un tizio che fa molte ferie, per tanti motivi. Innanzitutto un maledetto lavoro che da pochissimo tempo da dedicare a certe "attività", e poi perchè sono tendenzialmente "risparmioso".
Certo, un po' di Italia e di mondo me lo sono girato, ma ammetto che potevo fare di più. Prevedo in futuro, appena mi rendo conto di non essere indispensabile al mondo intero, di farmi qualche soggiorno all'estero e di finire di girare la mia stupenda Italia.

Devo amemttere, però, che in Agosto, quando l'Italia si ferma (o quasi... stiamo diventando come gli altri paesi... si lavora sempre e comunque), mi concedo una settimana nel mio amato Trentino. Ecco qui una rarissima foto di me ed Ilaria, la mia compagna di vita, su una cima della Val di Fassa. Rarissima nel senso che Ilaria sta sorridendo, cosa molto rara che succeda in una foto... :-D
Più salgo più valgo!
(Foto di Paolo Rabaglia)

Come mi vengono in mente le idee?

Solitamente, durante la giornata, penso in continuazione a nuove idee.
Sono flash, lampi d’immagini, suoni, rumori o discorsi.
Sono idee per il lavoro, sono idee per un nuovo romanzo, oppure per altre iniziative, che durano lo spazio di un centesimo di secondo nella mia testa.
Qualcuno (non ricordo chi) aveva detto che le idee sono nell’aria, ci circondano, ci sfiorano. Dobbiamo solamente metterci sulla loro “lunghezza d’onda” e quindi acquisirle.
Quest’immagine, per quanto molto evocativa, non rispecchia assolutamente il mio processo di creazione delle idee.
La mia mente, in background, a livello inconscio, perennemente processa informazioni che ho acquisito. Così, mentre magari sto combattendo per sistemare un problema di lavoro, mi appare un’idea da applicare in qualche altro mo progetto che ho in corso, oppure di un nuovo progetto.
Le idee non le cerco attivamente: vengono fabbricate nella mia testa, e vengono riproposte ad un “livello superiore”, solo quando sono comprensibili.
Così, praticamente, passo 24 ore al giorno a pensare a cose che hanno un’attinenza con quello che sto facendo prossima allo zero.
Nonostante tutto, non sono considerato (e non mi considero assolutamente) uno con “la testa fra le nuvole”. Quella è gente semplicemente svogliata, non intellettuali attivi.
Infatti, nonostante la mia fervida attività intellettuale, sono una persona molto pragmatica.
Ovviamente, quando devo raffinare un’idea, devo staccare la spina e dedicare il mio cervello ad essa per qualche tempo.

1.11.07

La correzione prosegue...

Per chi ha già scritto un romanzo penso che quello che sto per scrivere risulti una banalità.
Correggere le bozze del proprio romanzo a schermo è un conto, correggerle leggendo lo scritto su un foglio A4 di stampante è un altro e correggere con il "tridimensionale" stampato a libro e tutt'altro ancora.
Nella correzione a schermo, praticamente tutti gli errori non individuati dal correttore grammaticale di Word passano via inosservati. Sostanzialmente correggere un capitolo di un romanzo a schermo, cercando di individuare problemi di forma, grammatica, battitura è praticamente impossibile.
Quando stampiamo su carta in formato A4, ecco che iniziano a balzare all'occhio i vari errorini.
E le pagine si ricoprono di note rosse a lato, di tratti d'evidenziatore e scarabocchi a matita. Ed il "problema", successivamente, è quello di andare a correggere il file sul word processor.
Finita questa fase, che nel mio caso specifico ha preso due annetti buoni (poi un giorno spiegherò effettivamente quanto tempo ho impiegato a realizzare il mio primo romanzo).
Due settimane fa mi è arrivata la versione stampata e rilegata del mio libro, giusto per verificare l'impaginazione e darci un'ennesima letta definitiva.
Inutile dire che anche queste pagine si stanno riempiendo di segnacci di matita.
E' "incredibile" di quanti erroretti mi siano sfuggiti tra varie riletture, anche effetuate da altre persone a cui ho sopposto le bozze per correggerle.
Però, sfogliando le pagine nella loro versione "definitiva" a livello di formato, il mio occhio è molto più attento ed indagatore nel trovare gli errori.
Ma sono più che certo che i lettori, una volta che verrà pubblicato, ne troveranno altri.
A tutt'oggi, io, ne trovo in romanzi piuttosto famosi di case editrici prestigiose.
Piccole cose, qualche accento che manca o errori banali di battitura, ma roba del tipo di cinque errori su un intero romanzo.
Anche se ricordo ancora con "orrore divertito" il campo di battaglia della prima edizione di 2010 Odissea Due della Rizzoli, che era vergognosamente pieno di errori grossolani di battitura e pure grammaticali. Ma parliamo di 20 anni fa ormai, e allora l'editoria era ancora più "avventuriera ed improvvisata" di quanto non la sia ora. Oppure vogliamo ricordare la prima scandalosa uscita di Neuromancer della Editrice Nord? Un parco di divertimenti di improbabilissime traduzioni dall'inglese mista ad errori di battitura formidabili.
Certo, William Gibson dev'essere stato un osso duro da tradurre al tempo, quando il Cyberpunk era in Italia un'assoluta novità... Però penso che abbiano smesso da allora di dare la traduzione dei romanzi stranieri a laureandi in lingue straniere che non avevano nessuna specializzazione nel settore specifico del romanzo.

Ma torniamo al mio umilissimo romanzo.
Più lo leggo per correggerlo, e più vorrei riscriverlo, alla luce delle nuove informazioni che ho raccolto nel tempo, esperienze, e modo di pensare.
Conosco gente che lo fa, da anni. Ha scritto dei tomi chilometrici, e difficilmente le loro opere vedranno la luce.
Forse nel loro caso è più una questione terapautica la scrittura, che altro.
Nel mio invece... Beh, poi magari un giorno dirò perchè ho deciso di scrivere un romanzo... ;-)

Così, eccomi rileggere il mio "libro" in qualsiasi momento libero della giornata con la matita in mano.
Entro la fine di questo mese devo preparare un file con le correzione finali prima di mandare in stampa...

Il compleanno arriva per tutti

...Così dicono.
oggi è il mio compleanno.
Data che ho smesso d'apprezzare da circa vent'anni abbondanti.
Non certo per question degli "anni che passano". Quelli, sinceramente, non danno fastidio, al momento.
Mi sento in quella fase in cui gli ultimi dieci anni, fisicamente parlando, non sono mai trascorsi (e mi ritengo estremamente fortunato da questo punto di vista).
E quando il fisico no ha problemi, gli anni non sembrano passare mai.
per quanto riguarda il festeggiare... provengo da una famiglia estremamente arida da questo punto di vista.
Ho ricordi abbastanza noiosi di cene di Natale e pranzi di Pasqua, vissuti più come obblighi che come vera ricorrenza su cui riflettere.
Sicuramente questo atteggiamento familiare ha conttribuito a plasmare il mio carattere abbastanza freddo nei confronti delle feste comandate in generale, ricorrenze, frequentazioni di parenti etc...etc...
Beh, penso che derivi tutto dalla pragmaticità distaccata di mio padre: "tanti problemi in meno".

Penso che sia più da festeggiare una bella giornata (in qualunque momento dell'anno essa accada), piuttosto che rendere per forza bella una giornata che è obbligatoria da festeggiare.

Vabè, sotto a finire questo sito...

30.10.07