Per chi ha già scritto un romanzo penso che quello che sto per scrivere risulti una banalità.
Correggere le bozze del proprio romanzo a schermo è un conto, correggerle leggendo lo scritto su un foglio A4 di stampante è un altro e correggere con il "tridimensionale" stampato a libro e tutt'altro ancora.
Nella correzione a schermo, praticamente tutti gli errori non individuati dal correttore grammaticale di Word passano via inosservati. Sostanzialmente correggere un capitolo di un romanzo a schermo, cercando di individuare problemi di forma, grammatica, battitura è praticamente impossibile.
Quando stampiamo su carta in formato A4, ecco che iniziano a balzare all'occhio i vari errorini.
E le pagine si ricoprono di note rosse a lato, di tratti d'evidenziatore e scarabocchi a matita. Ed il "problema", successivamente, è quello di andare a correggere il file sul word processor.
Finita questa fase, che nel mio caso specifico ha preso due annetti buoni (poi un giorno spiegherò effettivamente quanto tempo ho impiegato a realizzare il mio primo romanzo).
Due settimane fa mi è arrivata la versione stampata e rilegata del mio libro, giusto per verificare l'impaginazione e darci un'ennesima letta definitiva.
Inutile dire che anche queste pagine si stanno riempiendo di segnacci di matita.
E' "incredibile" di quanti erroretti mi siano sfuggiti tra varie riletture, anche effetuate da altre persone a cui ho sopposto le bozze per correggerle.
Però, sfogliando le pagine nella loro versione "definitiva" a livello di formato, il mio occhio è molto più attento ed indagatore nel trovare gli errori.
Ma sono più che certo che i lettori, una volta che verrà pubblicato, ne troveranno altri.
A tutt'oggi, io, ne trovo in romanzi piuttosto famosi di case editrici prestigiose.
Piccole cose, qualche accento che manca o errori banali di battitura, ma roba del tipo di cinque errori su un intero romanzo.
Anche se ricordo ancora con "orrore divertito" il campo di battaglia della prima edizione di 2010 Odissea Due della Rizzoli, che era vergognosamente pieno di errori grossolani di battitura e pure grammaticali. Ma parliamo di 20 anni fa ormai, e allora l'editoria era ancora più "avventuriera ed improvvisata" di quanto non la sia ora. Oppure vogliamo ricordare la prima scandalosa uscita di Neuromancer della Editrice Nord? Un parco di divertimenti di improbabilissime traduzioni dall'inglese mista ad errori di battitura formidabili.
Certo, William Gibson dev'essere stato un osso duro da tradurre al tempo, quando il Cyberpunk era in Italia un'assoluta novità... Però penso che abbiano smesso da allora di dare la traduzione dei romanzi stranieri a laureandi in lingue straniere che non avevano nessuna specializzazione nel settore specifico del romanzo.
Ma torniamo al mio umilissimo romanzo.
Più lo leggo per correggerlo, e più vorrei riscriverlo, alla luce delle nuove informazioni che ho raccolto nel tempo, esperienze, e modo di pensare.
Conosco gente che lo fa, da anni. Ha scritto dei tomi chilometrici, e difficilmente le loro opere vedranno la luce.
Forse nel loro caso è più una questione terapautica la scrittura, che altro.
Nel mio invece... Beh, poi magari un giorno dirò perchè ho deciso di scrivere un romanzo... ;-)
Così, eccomi rileggere il mio "libro" in qualsiasi momento libero della giornata con la matita in mano.
Entro la fine di questo mese devo preparare un file con le correzione finali prima di mandare in stampa...
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