30.8.08

"La Giusta Decisione" & friends


...Torniamo a parlare del mio romanzo.

Oggi ho avuto modo incontrare sul campo (di tiro) la persona che mi ha ispirato il personaggio principale del mio romanzo, il Tenente Matteo Giuliani (nome di fantasia del personaggio).
E' stata anche un'occasione per dargliene una copia (tra i miei impegni ed i suoi di "lavoro" non è facile beccarlo).
Una bella occasione per incontrarsi di nuovo fare due chiacchiere.
Per coloro che hanno già letto il romanzo, spiacente di non pubblicare una foto "in chiaro", ma non posso.
Vorrei altresì precisare che questa persona ha solo indirettamente ispirato dal punto di vista della descrizione fisica del personaggio di Matteo e basta e non ha assolutamente collaborato alla stesura del romanzo. Tutte le azioni e i dialoghi che si attribuiscono al personaggio sono solo frutto di fantasia per dare "colore" alla narrazione e per tratteggiare un profilo psicologico fittizio. Un romanzo è pur sempre un'opera di fantasia e fatti e persone che vengono citati in esso sono una pura casualità.
Pubblicare le foto delle varie persone del IX° che hanno ispirato il romanzo?
Beh, adesso non esageriamo.

PS io sono "piccoletto", ma lui è "enorme"...

29.8.08

“What goes up, Must come down”.
E’ una legge dell’Universo.
Il mio periodo di assoluta serenità non è scomparso, semplicemente si è preso una pausa.
Se tutto in Natura va a cicli, sono in una fase discendente, di umore, di energie, di fisico.
Niente teorie su Bioritmi o altre spiegazioni parascientifiche. Questo periodo era prevedibile, ma non previsto.
A volte le cose cambiano in fretta, molto in fretta.
Razionalmente possiamo accettare i cambiamenti, possiamo dire che erano anche non inaspettati, eppure nell’Animo, quando arrivano colpiscono, e non fanno prigionieri, specialmente se si crede di avere una coscienza che ha un’ottima memoria.
Però accettiamo tutto.

Si soffre più per parole che non si sono dette, o per quelle che abbiamo pronunciato?
Si soffre magari per uno sguardo che non si è mai visto nella realtà?
Si soffre per l’opinione che gli altri, che crediamo di conoscere perfettamente, hanno di noi?
Certo. E tanto.
Però abbiamo la nostra quotidianità: il più potente antidoto per i tormenti dell’anima.
Il nostro lavoro, la burocrazia di tutti i giorni, gli impegni domestici, i rapporti con persone neutrali… Potentissimi antibiotici ad ampio spettro contro i dolori, le delusioni, i sensi di colpa.
E’ possibile avere un rapporto con la gente assolutamente normale, mentre dentro noi vorremmo urlare?
Certo. Lo fanno tutti. Tutti i giorni. E la voglia di urlare sopisce di conseguenza.
A volte bisogna sopprimere l'istinto, per non generare maggiori dolori.
Anestetizzarsi la coscienza per vivere meglio?

Perchè no?
In fondo non è difficile: è semplicemente insopportabile.

Passerà.

21.8.08

...Soffermati sulla cima


Soffermati sulla cima.
Non c’è fretta: ci sei arrivato.
Appoggiati a riprendere fiato, più che altro con la mente, e guarda.
Guarda la valle, guarda le montagne.
Ce ne sono di più basse, ma anche di più alte, che sono ancora da scalare.
Però sei arrivato fin qui, sulle tue gambe, con il tuo zaino.
Scordati di tutto, perché il tempo per preoccuparti d’altre cose ne avrai in abbondanza domani, dopodomani e nei giorni a seguire.
Hai visto dove sei riuscito ad arrivare?
Non è poco se ci pensi.
Non è molto se cerchi sempre e solo la felicità.
Allora goditi quello che hai ora, prendendoti una piccola pausa.
Soffermati sulla cima.
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Non riesco a smettere di ridere! Mi sono immaginato di scrivere un paragrafetto stile “New Age” / “Iper-motvatore per gente depressa cronicamente” e, utilizzando una mia recente foto che ho fatto nella mia amata Val di Fiemme come ispirazione –ricchi premi a chi indovina dove l’ho scattata-, mi sono messo a scrivere le parole più ridicole che mi venivano in mente. Magari per qualche secondo vi siete sentiti toccati da queste mie frasi? Beh, allora siete messi male! :-D
Se invece vi siete messi a ridere, va tutto bene: siete normali.

Scusatemi, ma tutte le volte che ho preso in mano libri più o meno di questo genere, tipo “La Profezia di Celestino” et similia, ho sempre sghignazzato come uno scemo. La felicità non esiste, ma si possono avere degli stati d’animo assolutamente sereni, come nel mio precedente post, e sono cose che auguro a tutti. Ed è vero che nella maggior parte dei casi, questa serenità, dipende esclusivamente da come interpretiamo le cose che ci accadono.
Ma torniamo a me.
Cambiato lavoro poco più che un mese, ricordavate?
E come mi trovo?
Beh, è il classico lavoro dove l’orologio è un oggetto inutile: sai quando inizi, ma finisci solo quando le cose “sembrano funzionare”.
Non di rado torno a casa alle nove di sera.
Sostanzialmente l’azienda è formata da una squadra di nove persone, ognuna specializzata in un abito informatico specifico, e ci sentiamo solo via cellulare. Io ho conosciuto di persona solo quattro colleghi, ma c’è gente dentro da un anno che deve ancora conoscerli tutti…
Ognuno ha i suoi compiti, e spesso un cliente vede passarci a rotazione a seconda dell’intervento che c’è da fare sul suo sistema informatico. Il centro nevralgico dell’azienda è il capo, che ha la consapevolezza istantanea della posizione geografica e dei compiti da svolgere di tutta la squadra. Il tutto senza mai prendere un appunto scritto: va tutto a memoria. I miei colleghi mi hanno già detto che ciò ha portato in passato a qualche situazione paradossale da gestire… Altra caratteristiche del capo è che ti assegna il compito da seguire un giorno per l’altro. Nessuna pianificazione reale settimanale o di più di due giornate. Quindi, verso le 18 di ogni giorno, si aspetta la chiamata che ti dice dove andrai il giorno successivo. Per questa caratteristica ho dato il nomignolo di Damocles al mio capo. Sentendo gli altri ragazzi, direi che sono quello che ha dato il soprannome più “elegante” :-D