4.1.09

"Cosa vuoi fare da grande?"




Bella domanda, eh?

Non è fuori luogo, tenendo conto che oggi è il Primo dell’Anno.

Un sacco di gente fa dei propositi per questo 2009, qualcuno è ancora scioccato dal bilancio del 2008, e qualcuno non avrebbe mai voluto che quest’anno arrivasse, almeno stando agli economisti. E invece siamo qui.Com’è il 2009?Freddo, leggermente nevoso e col cielo coperto. Vi aspettata vate una risposta diversa? Non so come sarà il 2009, e chi pensa solo di tracciarne qualche linea guida, mente, sapendo di mentire.

Io non faccio previsioni.

Sapere sempre cosa si vuol fare…O meglio: avere una vaga idea di cosa si vorrebbe fare. Prendo spunto da questo inizio anno per pensare a quello che avrei voluto fare nella vita.E’ normale, no?Ad un certo punto della vita, solitamente da bambini, si prende una certa coscienza del mondo che ci circonda, e allora scatta la scintilla: “Io da grande vorrei fare il/lo…”Che bello…Ma in quanti riescono a fare quello che davvero desideravano fare da bambini?Se sentiamo qualche personaggio famoso, è OVVIO che nelle interviste affermino che era il loro sogno fin da bambini fare quello che in questo momento gli sta procurando fama, ricchezza e prestigio.Certo, come no.Cosa volevo fare io?Beh, penso come la maggioranza delle persone, di aver cambiato un po’ idea nel corso degli anni.Ma non ho mai voluto fare, per dire, l’astronauta o il calciatore (tipiche risposte dei maschietti alle elementari degli anni ’70).Alle elementari mi ricordavo perfettamente che NON volevo assolutamente pensare a cosa sarei diventato “da grande”. Forse perché già dalla V elementare avevo il sentore che “grande-grande” non lo sarei mai diventato… ;-)Alle medie ho incominciato a riflettere.Erano i primi anni ’80 e si era meno bombardati da stimoli multimediali come oggi. Però io ero già avantissimo: programmatore di videogiochi.Questa era la risposta di copertura alla domanda idiota di rito: “ma che vuoi fare da grande?”.Tenendo conto poi della mia creatività nel disegno, ogni tanto bofonchiavo “vorrei diventare disegnatore di fumetti”. La realtà era ben diversa: diventare chef!

Ebbene si: fornelli, pentole e ingredienti mi hanno sempre segretamente attratto, in una passione che non ho mai potuto ben sfogare se non negli ultimi sette-otto anni.C’è stato un momento, in terza media, nel momento cruciale della scelta della scuola superiore da seguire, in cui una volta dissi molto velocemente a mia madre di questa mia passione (tutta ancora da mettere alla prova), e di voler fare la scuola alberghiera. Dalla sua espressione di sgomento, capii che dovevo fare un istituto tecnico ad indirizzo informatico, e mai più ne feci menzione con nessuno di questa mia passione.

Poi, col passare degli anni, non ho più inseguito dei sogni, ma più che altro delle “opportunità”, che mano a mano si presentavano.Volevo diventare pilota militare (c’è differenza dall’astronauta, no?), e presi il brevetto di volo nel 1991 (il più giovane brevettato di Parma in quel decennio). Feci il mio bel giretto a Pozzuoli lo stesso anno, per partecipare alle selezioni del corso Marte IV, e senza troppi problemi passai tutte le selezioni teoriche e psicoattitudinali, in due giorni di assoluto delirio, che a tutt’oggi direi che con cinque o sei sedute di ipnosi, dovrei essere in grado di ricordare tutto quello che avvenne e fui testimone.L’ultimo giorno venni scartato per la statura. Un centimetro sotto quella richiesta, ma sul foglio di “dismissione”, magnanimamente venne scritto: manifesta miopia occhi sx. Ma ci vedevo benissimo!Due anni dopo, l’occhio sinistro iniziò a diventare leggermente miope, e a oggi porto gli occhiali per correggere una leggere miopia ad entrambi gli occhi. Porca zozza ci avevano preso di brutto!Poi la vita andò avanti, con una pausa in divisa, entrando nel mondo dell’informatica, non diventando programmatore di videogiochi (che nel mentre avevo deciso che programmare mi faceva schifo), ma diventandone un grande fruitore! :-D

Pausa dall’informatica, sono tornato in un ambiente “un po’ particolare”, che poi è quello che mi ha dato le basi per scrivere il mio primo romanzo, e poi di nuovo nell’informatica, con delle incursioni letterarie ogni tanto.

Hmmm… riassunti ventotto anni di vita. Dai, non è stata una cosa lunga, no? ;-)
Sto facendo quello che volevo fare da bambino?
No. Non sono uno chef che conduce un prestigioso ristorante, però ogni tanto cucino (come nella foto per questo Ultimo dell’Anno). Non sono entrato in Accademia, ma ho conosciuto tanta gente in divisa con enormi specializzazioni.Non ho mai pilotato un jet ad alte prestazioni, ma so cosa vuol dire essere sballottati dalle termiche in un monomotore, mentre all’orizzonte il cielo è nero per un temporale, e non sai dove caXXo sei per tornare all’aeroporto di casa (i GPS nel ’90 i civili lo vedevano col binocolo).Non sono diventato un disegnatore di fumetti (potevo impegnarmi di più, lo ammetto), ma lo stesso racconto le mie storie al mio pubblico, con i miei scritti.Poi ho fatto cose che da bambino manco ci pensavo, e poi mi sono ritrovato ad essere relativamente conosciuto in certi ambienti (Arti Marziali del Sud Est Asiatico in primis).Quindi? Ho infranto i miei sogni di fanciullo?Non credo, perché il bambino che è in me, non è mai rimasto deluso dalle scelte che ho fatto nella vita.Poi, parliamoci chiaro, chi vi ha detto che ho veramente deciso definitivamente “cosa fare da grande”? :-)