Ho avuto il mio primo approccio con le Arti Marziali quando andavo alle elementari, spronato da mia madre.
Ero il più piccolo della classe, e lei era convinta che iscrivermi a Judo (era la fine degli anni ’70) fosse stata una buona idea per sviluppare il mio fisico e ad interagire con altri bambini.
Aveva sicuramente ragione, ma non aveva fatto i conti con la mia testa di bambino.
Così, dopo tre anni di diligente attività, un giorno mi feci “male” durante una Mae-Ukemi (nome tecnico della cosiddetta volgarmente “caduta in avanti”).
Mi cristallizzai, e non volli più salire sul tatami.
Mia madre non insistette più di un tanto, così per un bel po’ di anni, cocciutamente, non ripresi la pratica delle Arti Marziali.
Passai un’adolescenza piuttosto distante da certi miti dei film (Bruce lee in primis, che non mi faceva ne caldo, ne freddo), ma però, latente strisciava una curiosità, un desiderio di imparare a difendersi.
Così arrivò la maggiore età, e decisi di iscrivermi ad un Dojo di Arti Marziali scegliendo l’Arte il cui nome mi era rimasto in testa da quando facevo Judo da bambino, dieci anni prima: Ju Jitsu.
Nelle fotocopie sbiadite che il mio Maestro di allora aveva distribuito a noi bambini, c’era scritto che il Judo derivava dal ben più efficace e mortale Ju Jitsu. Gli aggettivi Efficace e Mortale mi rimasero stampati in testa per anni.
Così iniziai la mia Via nel Ju Jitsu.
Ebbi la fortuna di finire sotto la Guida del M° Romano Magnani, uno dei migliori Maestri di quest’Arte in Italia.
Furono anni di allenamenti intensi, rigorosi, selezionatori, improntati molto sulla disciplina ed il rispetto reciproco. Probabilmente la migliore eredità che mi ha lasciato quest’Arte Marziale, a parte i concetti e le tecniche.
Le Arti Marziali divennero parte della mia vita in quel periodo.
Il mio pensiero era orientato in funzione alla pratica marziale.
Nel quotidiano, non c’era un momento in cui la mia testa non pensasse a come rivedere una tecnica, a come applicarla, a sperimentare nuovi concetti, in attesa della successiva lezione. Se ne saltavo una, mi sentivo a disagio.
Sperimentai in quegli anni anche il Tai Chi Chuan per tre anni e lo Yoseikan Budo, ma il ju Jitsu rimaneva la radice della mia formazione marziale.
Così, dopo qualche anno d’attività, convinto anche di essere bravo, nonostante le mie modeste dimensioni corporee, un mio carissimo amico, che fino quel momento aveva avuto una carriera marziale diversa dalla mia, mi fece incontrare un ragazzo che faceva Arti Marziali Filippine.
Era il 1997.
Incuriosito dal fatto che quest’Arte, che si chiamava esoticamente “Kali”, si basasse innanzitutto sulle armi (bastoni e coltelli) e secondariamente sulle mani nude, accettai di provare qualche incontro.
Il mio Ju Jitsu venne distrutto immediatamente da queste tecniche.
Avevo studiato metodi per difendersi da attacchi di bastone, da attacchi di coltello.
Ebbene, nessuna tecnica che avevo imparato negli anni sembrava funzionare contro questo “Kali”.
Il problema divenne lampante immediatamente: Ero stato addestrato a reagire ad attacchi “codificati”.
Ero stato abituato a reagire istintivamente a gente che tirava le coltellate in maniera sempre prevedibile, e sempre allo stesso modo, come se le loro mano fossero su dei binari, stessa cosa per le bastonate.
Il Kali, invece, mi colpì per la sua “improvvisazione pura”, caos controllato, imprevedibile, ma che arriva sempre a bersaglio.
Fu uno shock terribile per me, ed allo stesso tempo una scoperta meravigliosa: avevo trovato la mia Arte.
Nelle Arti Marziali del Sud Est Asiatico, dove i popoli che le hanno codificate hanno più o meno le mie dimensioni, trovai un universo di concetti, tecniche, atteggiamenti, che mi furono immediatamente congeniali.
Sono piccolo, e devo abbattere un avversario più grosso di me? Uso un’arma. :-)
Questo è il ragionamento alla base, e non fa una grinza.
Niente regole, niente sport: azione pura.
Così, da allora, semplicemente... pratico.
Tanti sono stati i miei compagni di viaggio in questi anni di pratica marziale, innumerevoli, ma per far prima vi invito a visitare il mio sito amatoriale http://www.kali.it/
E' un sito che ho creato nel 2000, e negli anni ha subito pochi aggiornamenti, ma lo tengo online, perchè ci sono affezionato, e nel suo piccolo, ha contribuito un pochino alo sviluppo dell'attuale comunità di Artisti Marziali praticanti le discipline del Sud Est Asiatico.
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