26.8.12

Houston, Tranquility Base here. The Eagle has landed



Ieri è morto Neil Alden Armstrong.
Un nome che fino a qualche ora fa era conosciuto solo a chi è stato bambino negli anni '70.
Siamo cresciuti con il mito dell'astronautica, dell'esplorazione spaziale.
Mi ricordo che alle scuole elementari avevo un quaderno sulla cui copertina c'erano i tre astronauti della Missione Apollo 11: Aldrin, Armstrong, Collins. E riuscivo a dire tutti i tre nomi in fila senza incastrarmi la lingua come tutti i miei compagni di classe.

Il primo uomo a toccare il suolo lunare, in una missione -un'avventura umana- che oggi sarebbe impensabile solo riprogettare a tavolino.
Abbiamo software in grado di calcolare in tempo reale tutte le variabili e tutte le cose che potrebbero andare "storte" in una missione con equipaggio umano verso la Luna.

Negli anni '60 non avevano certe cose, ed infatti ce l'hanno fatta.

E' servito a qualcosa?
No.
Avrebbe senso tornarci?
No.
Vogliamo tornare in un mondo diviso in due Blocchi, in due Ideologie politiche, perennemente in bilico tra la Guerra Fredda e la Terza Guerra Mondiale nucleare?
No.
Quindi le missioni Apollo non hanno avuto senso, sono state inutili ed hanno rappresentato l'apice dello sforzo americano per combattere la Guerra Fredda contro i Sovietici. Uno spreco di risorse economiche inutile.

Questo è quello che dicono i "revisionisti" di quegli anni.
(i "lunacomplottisti", ovvero coloro che affermano che le missioni Apollo non sono mai avvenute perché tecnicamente impossibili negli anni '60 non li prendo nemmeno in considerazione. Li liquido dando solo un consiglio: meno Internet e programmi scellerati in TV e leggete più libri. Poi capirete anche voi. In qualche modo.)

Io ho vissuto le Missioni Apollo con gli occhi da bambino. Purtroppo mi sono perso la "diretta", perché non ero ancora nato, ma ho avuto la fortuna di poter esprimere nei miei primi disegni a scuola il modulo LEM.
La mia visione è quindi un po' romantica, un po' di parte. Lo ammetto.
Gli astronauti delle Missioni Apollo hanno sempre rappresentato per me il massimo del coraggio, dell'eroismo e della capacità dell'Umanità di raggiungere uno scopo.
Credo che dopo allora, non ci sia stata più nessuna impresa così gloriosa.
Si, certo, due settimane fa abbiamo fatto atterrare un SUV su Marte con delle fotocamere da cellulare di qualche anno fa che sta laserando rocce per capire, per l'ennesima volta, se c'è stata vita su quel pianeta.
Per quanto la sonda Curiosity è davvero stata una bella impresa per la NASA, non c'è paragone con quello che è successo nell'estate di 43 anni fa.

Ce lo siamo scordati tutti.
E chi non ha vissuto quegli anni, non basta Wikipedia per coprire la lacuna culturale: Giacobbo è sempre in agguato.  Semplicemente i ragazzi di oggi non sanno che questo ingegnere dal sorriso spontaneo ed il volto mansueto ha camminato lassù. Su quel disco bianco e bellissimo che c'è nel cielo.

Neil è stato il primo a toccare il suolo lunare. Ed è anche il primo di tutti gli astronauti delle Missioni Apollo ad andarsene.
Prima o poi se ne andranno tutti.

Facciamo in modo di non scordare che c'è stato un manipolo di coraggiosi uomini che lassù c'è stato, e ha dimostrato che non siamo confinati su questa pallina blu, posta in un angolino dell'Universo.

Non voglio sembrare ridicolo, ma stasera la Luna non si vede: è coperta dalle nuvole. Però ogni tanto mi è capitato di ammirarla (e chi non lo fa? Poi ognuno ha le sue ragioni per farlo...)
Ed ogni tanto mi è echeggiata nelle orecchie quella trasmissione di pessima qualità: Houston, Tranquility Base here. The Eagle has landed.
Una frase che per me ha sempre avuto molto più significato di "Un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l'umanità".

 Godspeed Neil.



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