2.11.19

F-19: il Fake più famoso della Guerra Fredda



Proteggere totalmente un segreto militare oggi è difficile, molto difficile.
Ma già alla fine degli anni '80 Tom Clancy disse: "La verità è là fuori, basta solo connettere i puntini, riempire correttamente i buchi, e la trovi."
Internet ha permesso di creare un network di persone che dotate di spirito critico, solide basi (ripeto: solide) di conoscenza di alcuni argomenti ed eccellenti capacità d'investigazione sul web e non, è in grado di "connettere i puntini" su di un argomento specifico e giungere a conclusioni piuttosto corrette su di esso.
Ma quando Internet non era disponibile ai civili, era possibile raggiungere certi risultati su argomenti considerati Top Secret? Certamente, se si era individui dotati di un minimo di granu salis. 
Questa è la storia di un modellino di aereo che ha creato un business milionario e ha preoccupato il governo degli Stati Uniti, l'USAF e l'Unione Sovietica.

Siamo negli anni '70, la Guerra Fredda è una situazione politica ben consolidata e il Vietnam ha dimostrato al mondo che gli Stati Uniti non sono poi quella nazione così invincibile. Di tutte le lezioni apprese da questo amaro conflitto i vertici militari avevano posto l'accento su una in particolare: le forze aeree USA era estremamente vulnerabili alle difese aeree di tipo missilistico (SAM) con tecnologia Sovietica. Se fosse scoppiata la Terza Guerra Mondiale, l'USAF non avrebbe avuto modo di penetrare i radar dell'URSS se non a un prezzo altissimo di molteplici abbattimenti.

Nel 1974 iniziarono gli studi per creare un bombardiere tattico in grado di violare la copertura radar dei Russi. Il progetto doveva, ovviamente, essere coperto dal più alto grado di Segretezza. Con tutti i dati raccolti sulle prestazioni dei radar di inseguimento/tiro delle batterie SAM russe usate dal Vietnam del Nord (ma operate spesso da tecnici russi), gli Stati Uniti ebbero un database enorme di informazioni su cui lavorare.

Non è lo scopo di questo post descrivere la nascita dello F117A Nighthawk, ma la sua genesi risiede nelle righe precedenti.

Passarono gli anni e il programma di creazione di un prototipo volante proseguì spedito e, inevitabilmente, nell'ambiente iniziò a filtrare l'informazione che gli USA stavano lavorando ad un aereo "invisibile ai radar".

Giugno 1985.
Un cinquantenne molto in gamba di nome John Andrews, ingegnere e grandissimo esperto di aeronautica militare, ha un posto consolidato come capo designer in una delle aziende di modellismo più rispettate nel mondo: l'americana Testors. Sessant'anni di storia e successi commerciali, basati sui dettagli e la verosimiglianza dei suoi kit di montaggio per modellisti esperti, sono la carta d'identità di questa azienda.
Andrews era un tizio che leggeva avidamente libri di argomenti aeronautici e di geopolitica.
Dopo trent'anni spesi a studiare aerei militari per poi progettarne kit per modellisti, aveva sviluppato una cerchia di conoscenze nelle Forze Armate non indifferente.
Faceva parte della Aviation Space Writers Association e aveva creato un'associazione di esperti d’aviazione chiamata Golden Eagle Society. In questa associazione si poteva entrare solo per invito. (Per fare un parallelismo coi giorni nostri fate finta che sia una specie di gruppo privato di Facebook che però sia popolato solo da esperti veri e verificati, e non svogliati appassionati in cerca di informazioni facili e gratis. Ok, roba che non esiste, scusate.)
Grazie a questo suo "network" di conoscenze iniziò, già dal 1976, a collezionare e archiviare in modo organico qualsiasi informazione inerente a questa "tecnologia anti-radar".  Tutto iniziò quando la rivista Aerospace Daily riportò che il famoso ingegnere capo della Lockheed, Kelly Johnson, era stato richiamato dal pensionamento per lavorare su di un aereo "stealth".

Negli anni Andrews ebbe qualche chiacchierata informale con persone ben inserite nel Pentagono e da ognuna ebbe un piccolo pezzetto del puzzle di questo aereo super segreto attraverso domande apparentemente innocue. Oggi questo si chiama "social engineering" e Andrews era maestro della materia.
Mettendo insieme questi dati, in quasi dieci anni di attività certosina con solo fonti Open Source e innocenti chiacchierate private, arrivò a consolidare le caratteristiche base di questo aereo stealth:

-Monoposto
-Bi-motore, modello F404 -Gli stessi dello F18
-No post bruciatore
-colore nero
-Struttura dei carrelli a triciclo
-Doppi timoni di coda inclinati
-Dotato di un avanzato sistema di "visione notturna"
-Comandi del pilota interpretati da un computer causa forma aerodinamica non canonica
-Prese d'aria schermate
-Baia interna per soli due/quattro ordigni
-Trasportabile dentro aereo da trasporto strategico C5 Galaxy (questo dettaglio si rivelò successivamente assai inesatto, perché gli fece sbagliare totalmente la stima delle dimensioni della fusoliera centrale)

 Con queste informazioni si mise finalmente al tavolo da disegno e cercò di dare una forma ipotetica a questo mistero tecnologico.
Tutto quello che al tempo si sapeva sulle tecnologie stealth erano i risultati ottenuti dal ricognitore strategico SR71 e dal suo drone D21. Entrambi gli aerei avevano forme affusolate, linee "tondeggianti" e raccordate dolcemente. Questo fu il primo "abbaglio" nel notevole lavoro che Andrews aveva fatto fino a quel momento. Lo SR71 e il D21 avevano solo modestissime caratteristiche stealth, ma al tempo la propaganda diceva altro. Quindi ipotizzò che questo nuovo aereo super segreto avesse forme tondeggianti senza spigoli vivi. Inoltre venne contattato da un pilota di linea che un giorno avrebbe avvistato, a novemila metri di quota mentre volava sopra Mono Lake (località al confine tra la California e il Nevada), un aereo "strano" e "tozzo" che gli sfrecciò di fronte. Questo pilota fece uno schizzo su di un foglio e ne risultò qualcosa "più simile ad uno spazzolino da denti spezzato a metà che un aereo".
Come abbiamo già detto Andrews era un grande ricercatore, e quindi andò a scovare tutte le informazioni sugli studi anti-radar dei Tedeschi eseguiti durante la Seconda Guerra Mondiale e gli fu particolarmente utile la lettura di un libro edito nel 1970 intitolato "Radar Cross-Section Handbook" edito da una casa editrice vicina al Dipartimento della Difesa. Vedete? Le informazioni si trovavano anche allora, senza usare Google.
Agosto 1985: finalmente il suo aereo aveva preso forma sul tavolo da disegno. Era bellissimo.
Ma che nome poteva avere?
Tenendo conto che l'USAF continuava testardamente a stroncare tutte le illazioni relativamente al progetto di un aereo stealth, non circolava nemmeno la sua designazione ufficiale.
Anche questa volta Andrews tornò a fare delle deduzioni in base alle fonti di pubblico dominio.

Come poteva apparire il primo disegno di Andrews del suo F19


L'edizione di Newsweek del 25 novembre 1985 riportò un articolo in cui si affermava che alla Base Aerea di Nellis erano stati creati più Squadroni dotati di un aereo designato F19 e con spiccate doti anti-radar ed erano in fase di collaudo avanzato. Andrews si fidò della notizia, ma la correlò anche ad altre informazioni.
Era già operativo da tempo lo F18 Hornet, ed era uscito il prototipo avanzato del Northrop F20 Tigershark. La designazione F19 era stata "stranamente" saltata.
Ora il suo magnifico aereo aveva un nome: F19 Stealth Fighter.
Ed era un nome fantasticamente cool.

Andrews aveva condiviso le sue ricerche con il direttore marketing della Testors, Gary Cadish.
Quest'ultimo vide nei disegni dell'F19 un potenziale best-seller nel mondo del modellismo.
Alla domanda: "John, questo disegno quanto è accurato rispetto al progetto segreto dell'USAF? 50%?"
<90>"90%" fu la risposta raggiante di Andrews.
Cadish ebbe i primi dubbi: Se noi produciamo questo modello l'USAF ci denuncerà? E i Sovietici? Avrebbero benefici nell'esaminare questo modello?
Anche in questo caso Andrews ebbe la risposta pronta che suonò più o meno come il nostro famosissimo: "Stai sereno..."
Il progetto del kit venne sottoposto al gran capo della Testors: Chuck Miller.
Chuck era il patrono dell'azienda, grande patriota e convinto che la sua azienda aveva avuto un grande successo perché produceva riproduzioni dettagliate e convincenti di aerei esistenti. L'idea di produrre un kit di un aereo basato su supposizioni e per di più coperto da segreto militare lo fece infuriare.
"NO!" fu la prima risposta.
Miller era un ex Marine pilota di Phantom in Vietnam. L'ultima cosa che voleva era dare qualcosa ai Sovietici su cui ragionare. Cadish cercò di farlo riflettere sulla prospettiva delle vendite di un simile kit. Alla fine Miller cedette:
"Ok, fatemi un memorandum. Rispondete a queste domande: quanto pensate che sia fedele questo modello al vero aereo segreto USAF? Quali sono le implicazioni morali ed etiche di diffondere questo design sottoforma di kit?"
Andrews rispose in tre pagine. Miller le lesse e diede l'ok a produrre il kit.

Lo F19 della Testors ebbe un successo mondiale, finì su tutte le riviste aeronautiche del tempo, vennero prodotti fantastici videogiochi ad esso ispirati. Si parla di 600.000 kit venduti nei primi cinque anni. Il modellino d'aereo più venduto della storia. Il mondo venne così a sapere che "effettivamente" gli USA avevano un aereo stealth.
Anche Tom Clancy, nel suo Uragano Rosso (Red Storm Rising), scritto assieme a Larry Bond, lo rende protagonista, col nome F-19A Ghostrider, di due capitoli memorabili. Ecco come descrive il "Frisbee di Dreamland":



La prototipazione del kit durò fino a dicembre 1985. L'Italiana ITALERI fu coinvolta per produrre in serie il kit e spedì via nave una prima porzione della produzione.
Nel gennaio 1986 il kit F19 Stealth Fighter della Testors in scala 1:72 arrivò sul mercato USA. Qualche mese dopo anche la ITALERI fu autorizzata a produrlo a suo nome. Successivamente venne prodotto anche in scala 1:48.




Ci fu un iniziale interesse dei media su questo kit, che però, stranamente, scemò velocemente.
Ma nel luglio 1986 ci fu un evento inaspettato. Un aereo militare si schiantò a Kern River Canyon (Sierra Nevada - California) poco prima dell'alba. Militari dell'USAF circondarono immediatamente la zona minacciando i curiosi con le armi. Dopo poco venne diffuso solo il nome del pilota deceduto. Il padre di questo pilota disse ai media che suo figlio stava lavorando ad un progetto ultra-segreto e che veniva sottoposto al test della macchina della verità ogni novanta giorni. I giornalisti pensarono subito all'aereo stealth super segreto e ogni volta che battevano aggiornamenti della notizia mostravano una foto... del modellino F19. La richiesta del kit esplose nei negozi.
Due settimane dopo l'incidente la Lockheed ammise davanti una Commissione del Congresso degli Stati Uniti che aveva "perso" 1460 pagine di un progetto segreto. Durante questa audizione il repubblicano Ron Wyden sventolò un modellino di F19 e affermò che era insopportabile che i membri del Congresso non potessero conoscere i dettagli di questo progetto di aereo segreto, ma potevano andare in un negozio e comprarne il modellino.

Per la Testors fu una pubblicità senza pari.
Il modello passò dal prezzo di lancio di 9,50 $ a 60,00 $.
Incominciarono a crescere le prime leggende.
Qualcuno disse che l'ambasciata sovietica mandò dei suoi impiegati a comprare dei kit in un negozio di modellismo a Washington, ma le scorte a magazzino erano già esaurite.
Altri affermarono che degli ingegneri della Lockheed comprarono dei kit per verificare che i "tail numbers" in decalcomania non fossero uguali a quelli dell'aereo vero. Un'altra leggenda diceva che la Lockheed avrebbe proibito ai suoi dipendenti di comprare il modellino per evitare che ciò avvallasse l'esistenza di un aereo stealth.

John Andrews non ha mai avuto dubbi: il suo modellino non metteva a repentaglio la Sicurezza Nazionale. Molte delle informazioni che aveva usato erano di pubblico dominio. Provenivano da un libro edito dal Dipartimento della Difesa."Come può essere così segreta una cosa se è lo stesso Zio Sam a pubblicarne un libro?"

A sua difesa Andrews affermava di aver scritto più volte alla Lockheed e all'USAF in merito al suo progetto di creare il modellino dello stealth fighter. Non ebbe mai risposta.
Andrews era convinto che nessuna potenza straniera poteva avere informazioni importanti dallo studio di un modellino. La vera forza di un aereo stealth è nella sua elettronica di bordo, i motori, i materiali con cui è assemblato, come viene assemblato e le tattiche di utilizzo.
Inoltre amava ripetere una frase del già citato  Kelly Johnson: "Date ai Sovietici i progetti dello SR71 e loro non saranno in grado di riprodurlo. on hanno la tecnologia per plasmare i materiali e i metalli che noi usiamo per costruirlo"

Però alla fine Andrews ammise che i Sovietici imparavano in fretta. Ed è per questo che un giorno, in un'intervista, disse: "Non ho voluto fare il modello accurato al 100%. Dopotutto anch'io ci tengo alla mia Patria."

E il Pentagono che disse?
Ufficialmente non disse nulla. Ma è evidente che tutta quella pubblicità e visibilità di un oggetto che aveva un nome sbagliato e delle forme completamente diverse dal vero aereo stealth che riposava negli hangar di Tonopah faceva comodo. Molto comodo.
Il mondo venne esposto a una foto deformata e sottoesposta del vero stealth fighter nel 1988 e venne annunciata la sua vera designazione: F117A.
1988: La prima foto pubblica dello F117

Le linee spigolose e le proporzioni sgraziate dello F117 erano in netto contrasto con gli eleganti raccordi del modellino Testors.
Non sappiamo come abbia reagito Andrews.
A me piace pensare che si sia fatto una grande risata.
Una risata di sollievo: aveva contribuito a proteggere uno dei più grandi segreti militari della Guerra Fredda.

John Andrews, nato a Chicago nel 1932, morirà il 2 Aprile 1999 dopo una lunga malattia.

La Microprose, una famosa azienda di videogiochi/simulatori militari molto attiva negli anni '80 dedico ben due titoli allo F19