25.3.17

Per chi volesse scrivere un romanzo (Parte 1 - 4)

Dieci anni di attività di scrittura da hobbista e tre romanzi pubblicati non mi qualificano certo come scrittore famoso. Ma rappresento sicuramente quella fetta di autori dilettanti che da anni pubblicano e vendono le loro opere su piattaforme online. Quello che sto per scrivere proviene da considerazioni (assolutamente personali) di un autore che ha avuto i suoi due ultimi romanzi da più di un anno sempre entro i 30 titoli più venduti su Amazon nella categoria Azione/Avventura.

Intanto dico subito che non si guadagna molto.
Il guadagno medio per la vendita di una copia (sia cartacea che in versione Ebook) oscilla tra i 75 centesimi e i 2 €.
Tutti i vostri guadagni dovranno essere dichiarati nella vostra Dichiarazione annuale dei Redditi e, per l'attuale legislazione in materia, per coloro che hanno meno di 35 anni la tassazione sarà del 40%, per gli over-35 è del 25%. NON chiedetemi perché un autore con più di 35 anni d'età debba avere quasi la metà in meno di trattenute di un autore più giovane. Ho rinunciato da tempo a comprendere il sistema fiscale italiano. Obbedisco e basta. 

Questo post non è un inno all'Autopubblicazione, ma è evidente che il panorama dell'editoria stia cambiando molto velocemente. Le case editrici, anche la più famosa in assoluto in Italia,  per avere la liquidità necessaria per sistemare un bilancio  non roseo, pubblica insipidi istant book di "biografie" di Youtuber italiani. I maggiori profitti a breve termine sono derivanti dalle vendite di questa categoria di libri, senza eccezioni. Questo è il sintomo ultimo della crisi d'identità delle case editrici "famose". Quindi direi che si può anche evitare il sogno di essere pubblicati da una casa editrice "conosciuta", perché si cerca gente già famosa che attiri subito lettori incuriositi. Punto. Non hanno più i soldi e le risorse da rischiare su un potenziale bravo autore sconosciuto. Ogni tanto qualcuno organizza dei concorsi per scrittori emergenti, ma sono cose sempre più rare e per argomenti di letteratura mainstream.

Nell'editoria anglosassone, che ha sempre dettato i ritmi e la direzione da prendere negli ultimi vent'anni, i romanzi pubblicati in maniera indipendente sono oggetto di scrupolosa analisi, specialmente quelli immessi sul mercato dalla piattaforma Kindle Direct Publishing. Due dei maggiori successi letterari degli ultimi anni, che tutti riconosceranno anche per i relativi adattamenti in film, sono di due autori che inizialmente si sono autopubblicati. Una è Erika Mitchell (50 sfumature di grigio) e l'altro è Andy Weir (The Martian - Sopravvissuto). Entrambi, rifiutati inizialmente dalle case editrici "tradizionali", decisero di pubblicarsi sul circuito Amazon. Hanno venduto moltissime copie (nel 2011 anch'io comprai il romanzo "The Martian" autopubblicato a .99 centesimi) e questo ha attirato l'attenzione proprio di quelle case editrici che gli avevano rifiutato inizialmente i manoscritti. Il resto è storia.
Oggi è normale che tutte le case editrici anglosassoni guardino scrupolosamente le classifiche di vendita Kindle di autori indipendenti. Non c'è più bisogno di selezionare manoscritti: contattano direttamente chi vende di più, perché sanno che il pubblico ne ha già decretato il potenziale di vendita.

In Italia questo comportamento da parte delle case editrici è alieno, in quanto vedono Kindle Direct Publishing come un fenomeno folkloristico al pari di un blog un po' sofisticato.

Vantaggi e svantaggi dell'autopubblicazione rispetto ad una Casa Editrice medio-grande

Autore hobbista con un romanzo finito
Auto pubblicarsiCasa Editrice tradizionale
Correzione delle bozze/revisione della qualità dell'opera in generaleE' completamente a carico dell'autore. Dedicherò un post a questo argomento specificoParzialmente disposta a fare una revisione delle bozze utilizzando spesso personale esterno che ha ottime competenze di revisione del testo, ma scarsa specializzazione sul tipo di testo specifico.
Promozione del libroTutte le iniziative sono a carico dell'autore. Ovvero: campagne sui Social, organizzazione di eventi presso librerie/circoli culturali.A meno di non essere personaggi già introdotti nel mondo dei media/spettacolo,  tutte le iniziative sono a carico dell'autore. Non hanno più risorse da investire su autori "normali"
Distribuzione nelle librerie
Sostanzialmente assente. L'autore, da solo, organizza dei "conti vendita" presso librerie di mentalità "aperta"
Se c'è domanda dal mercato la Casa Editrice fa l'unica cosa che è rimasta capace di fare: ordinare copie ad una tipografia e spedire le copie stampate alle librerie che ne fanno richiesta
Puntualità dei pagamenti e resoconto delle copie vendute in tempo reale.L'autore ha a disposizione strumenti di reportistica sulle vendite molto affidabili. I pagamenti sono puntuali, solitamente bimestrali.I pagamenti avvengono un po' quando ci si riesce, avere dei report sulle vendite dalla Casa Editrice non è impresa semplice. Più una Casa Editrice è grande, più ci tiene ad essere "burocratizzata". Fa sentire importanti.
Diritti sul manoscrittoSempre di proprietà dell'autore.Dipende dal contratto.

  Se il libro che avete scritto è decente, il mercato se ne accorgerà.
Magari non istantaneamente, però il passaparola tra i lettori anche nel 2017 è fondamentale per la promozione dell'opera. Il fatto che ormai qualsiasi sito web di e-commerce e/o di vendita di Servizi abbia una sezione che permetta di lasciare un Feedback è indicativo: la gente si fida di quello che dice altra gente. In qualità di autori dovete solo preoccuparvi di quello. Le critiche di "esperti" (ma chi?) che vi stroncano o, al contrario, vi elogiano il libro, sono poco significative. E' il cliente Amazon/Anoobii/GoodReads che lascia una recensione e le relative stelline che decreterà il successo (o meno) della vostra pubblicazione.
Lo so che sono cose che fanno venire la pelle d'oca, perché si può anche finire "vittime" di gente che, per svariati motivi, trae soddisfazione a fare recensioni negative solo perché ha la possibilità di farlo. Tripadvisor tutti i giorni deve gestire dispute di questo tipo nella sua Community.
Solo un consiglio: non replicate a recensioni negative palesemente forzate e non giustificate. Anzi, in generale, non replicate MAI alle recensioni dei vostri lettori.

Ora sono abbastanza sicuro che vi aspettiate che dia consigli sul come vendere di più. No: evito accuratamente questo argomento. C'è gente che di mestiere, pur non avendo mai pubblicato un singolo romanzo, consiglia gli autori emergenti sul come far vendere più copie. Purtroppo questi personaggi fanno leva sull'atavica insicurezza di un autore alle prime armi.
Io riassumo il tutto così:
Se scrivete solo in italiano avrete accesso ad un mercato molto ristretto di lettori. Chi fa i "soldi" sul serio sono quegli autori che vengono tradotti in almeno quattro lingue. La pubblicazione su diversi mercati esteri porta guadagni superiori, ad esempio, dell'adattamento televisivo e/o cinematografico della propria opera sul solo mercato italiano. Inoltre gli autori a tempo pieno è gente che in continuazione si barcamena per fare comparsate in TV (retribuite), comparsate alla radio (non sempre retribuite), scrivere trafiletti su quotidiani (retribuiti) e articoli su riviste (retribuiti). Sono pochissimi quelli che campano decentemente pubblicando solo un singolo romanzo in italiano all'anno e vivono nell'assoluto anonimato multimediale.

Se il vostro libro è degno di attenzione, venderà. Se non vende, cercate di capire dove avete sbagliato.
Non ci sono formule segrete. Va bene fare campagne su Facebook/Twitter, ma inutile esagerare. Difficilmente l'investimento in pubblicità a pagamento restituisce grandi risultati in vendite. 
Immagino anche che vada bene tenere un blog sempre aggiornato. Ma se non fate come Marco Montemagno, ovvero diverse ore di lavoro quotidiano per fare delle clip video di tre minuti ogni santo giorno, per tutto l'anno, i Social servono a poco.

Riassumendo:
 Se il vostro libro ha reali potenzialità per il mercato, nel 2017, autopubblicarsi o essere pubblicati da una casa editrice, è assolutamente equivalente. Ma come autori indipendenti avrete più flessibilità e guadagni pagati con maggiore puntualità, anche se potenzialmente inferiori perché non sarete distribuiti nelle librerie fisiche. Ma su Amazon avete la stessa identica visibilità di un autore famoso e presente sul mercato da decenni. E' il mercato che decide. E' finita l'epoca degli autori "imposti" al pubblico.

Vale ancora la pena spedire manoscritti alle Case Editrici? Sì, ma solo in tre casi specifici:
  • Avete scritto un libro che non è un romanzo, ma è -ad esempio- un testo scientifico/tecnico molto specialistico e settoriale. Rivolgetevi a case editrici specializzate su quell'argomento e verrete quasi sicuramente pubblicati. Non aspettatevi però grandi numeri nelle vendite: di Carlo Rovelli ce n'è solo uno...
  • Conoscete qualcuno all'interno della Casa Editrice che sappia veicolare alla persona giusta il vostro manoscritto, facendolo spiccare su tutti gli altri. Mi spiace, ma è ancora così. Pensate che nei paesi anglosassoni esiste gente che di mestiere fa solo questa cosa specifica (e si fa pagare per farlo), il famoso Agente Letterario. C'è l'equivalente italiano, ma è una figura più ambigua ed introdotta da relativamente poco. Prima si chiamavano "faccendieri"
  • Siete stati protagonisti di un famoso fatto di cronaca a livello nazionale. In questo caso le Case Editrici faranno letteralmente a pugni per avere i diritti sul vostro scritto/testimonianza
In tutti gli altri casi... Non è più come solo dieci anni fa. Non leggono più i manoscritti che vengono spediti. L'ultima volta che qualcuno ha pubblicato la vita di un "talent scout letterario italiano" si rifaceva ad episodi del 2009. 

Tutto bene, quindi? Tutto meravigliosamente perfetto?
Assolutamente no. Kindle Direct Publishing (e servizi equivalenti meno famosi) da la possibilità di vedere pubblicate vere e proprie bestialità. Autori senza idee, svogliati nel rifinire il loro lavoro, vengono messi online esattamente come gli autori più famosi. Ovviamente questo è gradito come il fumo negli occhi dai cosiddetti "intellettuali" e le case editrici più ortodosse, perché temono che il "rumore di fondo" di questa moltitudine di autori improvvisati possa distogliere il lettore  dall'acquistare (sempre sul soldo si ricade...) libri "decenti", scritti "decentemente".
In risposta a questo atteggiamento invito a rileggere le considerazioni di apertura di questo post. Quali sono gli attuali titoli bestseller delle "più famose case editrici italiane"? Le biografie dei Youtuber.

Non c'è altro da aggiungere.

La prossima puntata sarà "come organizzare le idee, pianificare la trama, i personaggi e la gestione del tempo di scrittura"

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie Francesco, le tue considerazioni sono sempre molto interessanti. Attendo gli altri tre articoli della quadrifonia

carlo caprino

Isabella ha detto...

Intelligente riflessione, esattamente come mi aspettavo. Ne abbiamo parlato tante volte!
Attendo di leggere i prossimi articoli!