Ne sono perfettamente conscio.
Fino a prova contraria, in molti dicono che un blog può definirsi tale, almeno ai tempi attuali, se ci sono almeno cinque post alla settimana.
Mi hanno anche detto che se non si scrive di sé stessi, il blog perde d’interesse da parte dei visitatori, in quanto questi sono interessati allo sviluppo psicologico del blogger.
In effetti certi blog che ho visto in internet sono interessanti esercitazioni per psicologi in erba.
Non è una critica, oppure un modo di voler denigrare queste persone, Interne tè libera, tutti ci possono scrivere e parlare di quello che vogliono (anche se politici italiani di grande miopia intellettuale e interessati solo a far tacere i loro avversari politici vorrebbero chiudere Internet) e mi piace che sia così.
Nel bene e nel male.
Ma in ogni caso non mi sento ancora pronto per scrivere su un blog pubblico quello che penso della politica, dei fatti che avvengono all’estero, delle cose che non vanno in Italia e nel mondo. Ovviamente ho un mio punto di vista ben preciso su questi argomenti.
Semplicemente me le tengo per me, per ora.
Quindi torniamo a parlare del romanzo :-D
Continuo a ricevere feedback sui lettori che stanno finendo il romanzo o che lo hanno appena finito. Sono tante le cose che mi rendono davvero felice di ciò, che riassumo nei seguenti punti:
- Chi lo legge mi contatta per darmi il suo giudizio, con un rateo del 90%. Quindi, sulle copie lette, ho un buon ritorno di comenti. Invito quel 10% che non mi ha ancora contattato a farlo, anche (e sopratutto) se il romanzo è stata una delusione da leggere
- I commenti sono tutti positivi :-)
- I commenti sono stati fatti (anche) da gente che non ho mai conosciuto in vita mia, quindi non influenzabile dal fatto che c'è il rischio di "rimanerci male" se esprimono giudizi troppo pesanti
- Mi sono stati fatti commenti per strutturati e ben specifici su alcuni punti. A dimostrazione che hanno letto attentamente. :-)
- Le caratteristiche esposte da tutti i lettori sono: letto il romanzo abbastanza alla svelta (nonostante il font piccolo e l'impaginazione un po' monolitica), tutti si sono affezionati al protagonista e il finale lascia tutti "stupiti". :-D
fa anche piacere sapere che i commenti positivi provenivano, soprattuto, da lettori/lettrici che per la prima volta si avvicinano all'argomento "techno-thriller".
Tutto rose & fiori quindi?
No. In tutto questo ci sono cose di cui non sono felicissimo. Ovviamente ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno fatto commenti fino ad adesso su quanto hanno letto, però effettivamente, nel mio ipercriticismo congenito, non ho ancora trovato qualcuno che mi abbia segnalato problemi di continuity nella narrazione, critche sui background dei personaggi (odio la definizione "personaggio di cartapesta", ma mi piacerebbe sapere se i miei sono percepiti come tali ;-) ), sulle descrizioni tecniche esposte nel romanzo.
Nessun autore degno di questo nome si preoccupa troppo delle critiche che possono fare ad una sua opera.
Almeno così dice la "scuola anglosassone" di scrittura creativa.
Poi se su Amazon qualcuno "si permette" di dire che non gli è piaciuto il romanzo X dell'Autore Y, quest'ultimo fa scatenare una campagna militare editoriale di ritorsione. Vedi Patricia Cornwell
...Gli anglosassoni sono dei coglioni.
4 commenti:
non ho ancora trovato qualcuno che mi abbia segnalato problemi di continuity nella narrazione, critche sui background dei personaggi (odio la definizione "personaggio di cartapesta", ma mi piacerebbe sapere se i miei sono percepiti come tali ;-) ), sulle descrizioni tecniche esposte nel romanzo.
Beh, se proprio devo essere pignolopignolopignolo, in alcuni frangenti la descrizione "marca-modello" di alcune apparecchiature (armi, specialmente) può sembrare un po' stucchevole al lettore medio.
Questo per dire che quello che ad alcuni (me conpreso) può interessare, per altri (mia madre, che legge la Cornwell) può essere un "surplus".
Sui personaggi invece, personalmente, nulla quaestio anche quelli "secondari" (perfino il carabiniere che sorveglia la casa del protagonista, che ad un certo punto ha problemi di urgenze urinarie) IMHO sono ben strutturati, non strabordano e non lasciano tratti in ombra.
my two cents.
Poi se su Amazon qualcuno "si permette" di dire che non gli è piaciuto il romanzo X dell'Autore Y, quest'ultimo fa scatenare una campagna militare editoriale di ritorsione. Vedi Patricia Cornwell
Bellina questa, conferma che tutto il mondo e` paese.
...Gli anglosassoni sono dei coglioni.
Why? Premetto che non ho la minima intenzione di far polemica e non mi mettero` a strillare "razzista razzista". Sarei curioso di conoscere la sua opinione sulla forma mentis di questa gente.
Ultima domanda: a proposito di "scuola anglosassone" di scrittura creativa ha mai letto i blog di Gamberetta e del Duca (gamberi.fantasy.org e www.steamfantasy.it)? Che ne pensa?
Le faccio tante domande in quanto ho apprezzato molto le sue analisi su vari argomenti, coltello survival in primis (mi sono comprato l'SRK :-D A proposito, che fine ha fatto la sezione Military Lite su AM?)
Saluti
Penso che gli anglosassoni prestino un po' troppa attenzione alla "reputazione" di qualcosa/qualcuno in base a cosa si dice in giro su di esso. Infatti hanno creato, in Internet, quei meccanismi terribilmente azzoppati che sono i Feedback in Ebay, i Like su Facebook ed i Follower su Twitter. Per loro è "alieno" il comportamento che qualcuno possa parlar male/bene di qualcosa/qualcuno in maniera non sincera pur di raggiungere uno scopo/vantaggio. Per quello che mi permetto di chiamarli "coglioni".
Questo post ha 3 anni, e direi che da allora se ne sono accorti delle limitazioni di questi strumentini di valutazione in Internet.
Non ho mai letto quel Blog ed ammetto di essere piuttosto distante, come genere di lettura, dalla letteratura Fantasy.
La Sezione di quel Forum è stata resa invisibile dall'Amministratore, immagino.
Grazie per le risposte.
Non conoscevo questo particolare aspetto della cultura anglosassone, che spiega anche il concetto di "popolarita`" nelle scuole di quei paesi, che personalmente mi ha sempre lasciato perplesso (mai sentito dire di qualcuno che e` "popolare" a scuola).
Un altro difetto di questa abitudine a mio parere, e` il non poter verificare la competenza di chi da i giudizi.
Mi scuso per la riesumazione.
I blog che le ho segnalato, che potrebbero essere interessanti per un appassionato del genere, fanno una testa cosi` ai lettori con la scuola di narrativa anglosassone, tutto qua: parlano di tecnica di scrittura ed editoria, tra una cretinata e l'altra.
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