Penso che sia la sindrome di ogni scrittore esordiente (e non...).
I tempi di risposta delle Case Editrici.
Fin troppi Blog (italiani e stranieri) sono intasati di storie di scrittori che trepidano per l'attesa di una risposta di una Casa Editrice.
Mandano via 14.000 copie del loro manoscritto, anche alla casa editrice più sconosciuta dello Stivale Italico, e poi girano una clessidra. E guardano la sabbia scorrere, sospirando.
Io ho avuto un approccio ben differente.
Il mio romanzo ha argomenti fortemente politicizzati e individuano con precisione un segmento (piuttosto ampio) di lettori.
Solo quattro Case Editrici italiane avrebbero "il fegato" di pubblicarlo, e solo a queste mi sono rivolto (in due casi ho solo mandato delle email informative a Case Editrici minori, ricevendo risposte che dire che sono incoerenti è fargli un complimento :-D ).
Di queste quattro tre hanno risposto. Una positivamente, e sta valutando il romanzo nel suo insieme totale.
Nel mentre, "lavoro" di P.O.D.
Fortunato?
Certo.
Ho bussato subito alle porte giuste?
Penso di si.
Sono lenti a rispondere?
Assolutamente.
Ho visto che i tempi di reazione di una Casa Editrice si attestano sui sei mesi circa.
Per forza: anche insospettabili "realtà importanti" editoriali sono uffici in cui lavorano tre o quattro giorni alla settimana, e solo di pomeriggio.
E sono sommersi di manoscritti da valutare tutte le settimane.
Che bello lavorare nell'editoria tradizionale!
(Le centinaia di collaboratori a progetto precari coinvolti queste realtà in qualità di traduttori, consulenti, editor di bozze non sono propriamente di questo avviso...).
E così, dopo che mi hanno richiesto (si, mi hanno contattato loro) "un po' di tempo fa" tutto il romanzo completo, sto aspettando una risposta.
Come attendo?
Con curiosità.
Giusto per sapere come un Editore mi giudica un lavoro che dal pubblico, fino ad adesso, ha avuto commenti positivi ed incoraggianti.
Il punto di vista di un operatore professionale del settore non può che giovare per migliorare il mio prodotto.
La valutazione di un'impresa (perchè una Casa Editrice è a pieno titolo l'esempio di un'azienda lucrativa, altro che certe "immagini" che vogliono offrire di loro stesse...) che è sempre a caccia delle "milking cows" (vacche da mungere) editoriali.
Se da un libro non ci puoi "produrre del latte" (poco o tanto che sia), non ha senso scommeterci sopra. Con buona pace degli scrittori emergenti, sempre convinti che hanno prodotto il best seller dell'anno.
Però la cosa curiosa è che, per certi Editori, un libro su cui non vale la pena scommettere (non ci viene fuori del latte ;-) ), per un'altra Casa Editrice invece, di latte ce ne può essere.
Eclatante il caso di "Diario" di A. Frank.
Il padre lo propose a numerosissime Case Editrici, e venne sempre rifiutato. In un caso venne definito come "un scialbo ritratto delle beghe familiari descritte da un'adolescente annoiata".
Sappiamo tutti in quante copie e lingue è stato venduto e tradotto.
Più vicino a noi nel tempo (e argomenti ben diversi...), ma sempre grande successo di mercato, è il buon M0ccia. Che per dieci anni tutti gli "schifano" il romanzo. Poi appena qualcuno dice che gira tra le adolescenti la fotocopia (ah, si? Questi geniali "spin doctors"...) , tutti gli editori a fare a botte a pubblicarglielo. E poi ci fa il film, e poi ci fa il romanzo su come ha realizzato il film. Che gallo...
Mungere, mungere e mungere l'idea, finchè non c'è più una goccia... Geniale atteggiamento editoriale per diversificare ed arricchire culturalmente il mercato italiano.
Quindi, in una situazione di totalmente aleatoria, dove il giudizio di un editor esterno alla Casa Editrice (a cui affibbiano N manoscritti da valutare), un mattino si sveglia male, e stronca il manoscritto che sta leggendo, la carriera di uno scrittore emergente viene abbattuta sul nascere.
Non ha senso restare in ansia.
Si attende con con "curiosità".
Penso che questo sia l'atteggiamento migliore.
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1 commento:
Ciao Francesco,
a proposito di questa tua frase:"Più vicino a noi nel tempo (e argomenti ben diversi...), ma sempre grande successo di mercato, è il buon M0ccia. Che per dieci anni tutti gli "schifano" il romanzo. Poi appena qualcuno dice che gira tra le adolescenti la fotocopia (ah, si? Questi geniali "spin doctors"...) , tutti gli editori a fare a botte a pubblicarglielo. E poi ci fa il film, e poi ci fa il romanzo su come ha realizzato il film. Che gallo..." devo deluderti ma sai chi è il tipo in questione?
Te lo ricordi Pipolo del mitico duo di regia Castellano e pipolo??? bene lui è suo figlio...a buon intenditor...
La favoletta delle fotocopie però è forte ;-)))
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