Soffermati sulla cima.
Non c’è fretta: ci sei arrivato.
Appoggiati a riprendere fiato, più che altro con la mente, e guarda.
Guarda la valle, guarda le montagne.
Ce ne sono di più basse, ma anche di più alte, che sono ancora da scalare.
Però sei arrivato fin qui, sulle tue gambe, con il tuo zaino.
Scordati di tutto, perché il tempo per preoccuparti d’altre cose ne avrai in abbondanza domani, dopodomani e nei giorni a seguire.
Hai visto dove sei riuscito ad arrivare?
Non è poco se ci pensi.
Non è molto se cerchi sempre e solo la felicità.
Allora goditi quello che hai ora, prendendoti una piccola pausa.
Soffermati sulla cima.
.
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Non riesco a smettere di ridere! Mi sono immaginato di scrivere un paragrafetto stile “New Age” / “Iper-motvatore per gente depressa cronicamente” e, utilizzando una mia recente foto che ho fatto nella mia amata Val di Fiemme come ispirazione –ricchi premi a chi indovina dove l’ho scattata-, mi sono messo a scrivere le parole più ridicole che mi venivano in mente. Magari per qualche secondo vi siete sentiti toccati da queste mie frasi? Beh, allora siete messi male! :-D
Se invece vi siete messi a ridere, va tutto bene: siete normali.
Scusatemi, ma tutte le volte che ho preso in mano libri più o meno di questo genere, tipo “La Profezia di Celestino” et similia, ho sempre sghignazzato come uno scemo. La felicità non esiste, ma si possono avere degli stati d’animo assolutamente sereni, come nel mio precedente post, e sono cose che auguro a tutti. Ed è vero che nella maggior parte dei casi, questa serenità, dipende esclusivamente da come interpretiamo le cose che ci accadono.
Ma torniamo a me.
Cambiato lavoro poco più che un mese, ricordavate?
E come mi trovo?
Beh, è il classico lavoro dove l’orologio è un oggetto inutile: sai quando inizi, ma finisci solo quando le cose “sembrano funzionare”.
Non di rado torno a casa alle nove di sera.
Sostanzialmente l’azienda è formata da una squadra di nove persone, ognuna specializzata in un abito informatico specifico, e ci sentiamo solo via cellulare. Io ho conosciuto di persona solo quattro colleghi, ma c’è gente dentro da un anno che deve ancora conoscerli tutti…
Ognuno ha i suoi compiti, e spesso un cliente vede passarci a rotazione a seconda dell’intervento che c’è da fare sul suo sistema informatico. Il centro nevralgico dell’azienda è il capo, che ha la consapevolezza istantanea della posizione geografica e dei compiti da svolgere di tutta la squadra. Il tutto senza mai prendere un appunto scritto: va tutto a memoria. I miei colleghi mi hanno già detto che ciò ha portato in passato a qualche situazione paradossale da gestire… Altra caratteristiche del capo è che ti assegna il compito da seguire un giorno per l’altro. Nessuna pianificazione reale settimanale o di più di due giornate. Quindi, verso le 18 di ogni giorno, si aspetta la chiamata che ti dice dove andrai il giorno successivo. Per questa caratteristica ho dato il nomignolo di Damocles al mio capo. Sentendo gli altri ragazzi, direi che sono quello che ha dato il soprannome più “elegante” :-D
Non c’è fretta: ci sei arrivato.
Appoggiati a riprendere fiato, più che altro con la mente, e guarda.
Guarda la valle, guarda le montagne.
Ce ne sono di più basse, ma anche di più alte, che sono ancora da scalare.
Però sei arrivato fin qui, sulle tue gambe, con il tuo zaino.
Scordati di tutto, perché il tempo per preoccuparti d’altre cose ne avrai in abbondanza domani, dopodomani e nei giorni a seguire.
Hai visto dove sei riuscito ad arrivare?
Non è poco se ci pensi.
Non è molto se cerchi sempre e solo la felicità.
Allora goditi quello che hai ora, prendendoti una piccola pausa.
Soffermati sulla cima.
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Non riesco a smettere di ridere! Mi sono immaginato di scrivere un paragrafetto stile “New Age” / “Iper-motvatore per gente depressa cronicamente” e, utilizzando una mia recente foto che ho fatto nella mia amata Val di Fiemme come ispirazione –ricchi premi a chi indovina dove l’ho scattata-, mi sono messo a scrivere le parole più ridicole che mi venivano in mente. Magari per qualche secondo vi siete sentiti toccati da queste mie frasi? Beh, allora siete messi male! :-D
Se invece vi siete messi a ridere, va tutto bene: siete normali.
Scusatemi, ma tutte le volte che ho preso in mano libri più o meno di questo genere, tipo “La Profezia di Celestino” et similia, ho sempre sghignazzato come uno scemo. La felicità non esiste, ma si possono avere degli stati d’animo assolutamente sereni, come nel mio precedente post, e sono cose che auguro a tutti. Ed è vero che nella maggior parte dei casi, questa serenità, dipende esclusivamente da come interpretiamo le cose che ci accadono.
Ma torniamo a me.
Cambiato lavoro poco più che un mese, ricordavate?
E come mi trovo?
Beh, è il classico lavoro dove l’orologio è un oggetto inutile: sai quando inizi, ma finisci solo quando le cose “sembrano funzionare”.
Non di rado torno a casa alle nove di sera.
Sostanzialmente l’azienda è formata da una squadra di nove persone, ognuna specializzata in un abito informatico specifico, e ci sentiamo solo via cellulare. Io ho conosciuto di persona solo quattro colleghi, ma c’è gente dentro da un anno che deve ancora conoscerli tutti…
Ognuno ha i suoi compiti, e spesso un cliente vede passarci a rotazione a seconda dell’intervento che c’è da fare sul suo sistema informatico. Il centro nevralgico dell’azienda è il capo, che ha la consapevolezza istantanea della posizione geografica e dei compiti da svolgere di tutta la squadra. Il tutto senza mai prendere un appunto scritto: va tutto a memoria. I miei colleghi mi hanno già detto che ciò ha portato in passato a qualche situazione paradossale da gestire… Altra caratteristiche del capo è che ti assegna il compito da seguire un giorno per l’altro. Nessuna pianificazione reale settimanale o di più di due giornate. Quindi, verso le 18 di ogni giorno, si aspetta la chiamata che ti dice dove andrai il giorno successivo. Per questa caratteristica ho dato il nomignolo di Damocles al mio capo. Sentendo gli altri ragazzi, direi che sono quello che ha dato il soprannome più “elegante” :-D
6 commenti:
La felicità non esiste?
Dissento!!!!!!!!!!!!! Però hai mai pensato di scrivere un manuale new age? ;)
Carissima Heliographa,
La felicità che intendo io è diversa da quella a sei cifre che ti vorresti ritrovare in banca... ;-)
In ogni caso di tutte le cose che ho in progetto di scrivere, un manuale New Age sicuramente mi verrebbe con uno "standard di mecato" piuttosto elevato, ma sarei operato d'ernia a forza di ridere durante la sua stesura. Non ce la faccio. E' più forte di me. Mi perdonino tutti quelli che con ONESTA' seguono le correnti New Age.
"Absit injuria verbis" devo osservare che c'è una contaddizione tra questo post e quello precedente. Nel penultimo infatti scrivevi considerazioni che alludevano alla fresca speranza new age e nell'ultimo le deridi...
Derido solo un certo tipo di New Age, che è quello che impera negli scaffali delle librerie. ;-)
Ok, buona adattabilità all'imprevisto ;-)
Bello un capo così, ti da la consapevolezza pratica della impermanenza...
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