7.9.12

Recensione di No Easy Day: The Firsthand account of the mission that killed Osama Bin Laden


-Uno degli episodi più importanti della Storia Moderna raccontato con molta modestia ed umiltà-

Questo libro, la cui versione cartacea uscirà tra qualche giorno, è la biografia di un operatore dei SEAL che ha partecipato attivamente all’operazione Neptune Spear: l’uccisione di Bin Laden.
Negli Stati Uniti questo libro è stato preannunciato come Il caso letterario dell’anno (a parte le varie “sfumature di grigio” che troneggia in tutte le classifica di vendite mondiali di libri). Il perché è dato dal fatto che questo operatore dei SEAL ha deciso, dietro lo pseudonimo di Mark Owen (poi “sputtanato” in maniera sospetta nel giro di poche ore), di dire “la sua verità” sui retroscena di questa operazione.
Ovviamente i media hanno caricato questo libro di enormi aspettative. E, come al solito in questi casi, il libro non è altro che una “normalissima” collezione di eventi raccontati con il classico stile anglosassone visto in decine di altri casi, col solito “format”. Introduzione, biografia del protagonista, qualche aneddoto sulle sue precedenti operazioni negli anni, descrizioni degli eventi della storia vera e propria. Da questo punto di vista No Easy Day è una fotocopia stilistica di Lone Survivor di Mark Luttrell (altro “famoso” libro autobiografico di guerra moderna scritto da un SEAL).

L’autore è molto franco fin dalla prefazione, fiaccando immediatamente le possibili curiosità di chi ha acquistato il libro: “...Se pensate che in questo libro ci siano le spiegazioni di tattiche segrete, di tecnologie sensibili o di fatti/nomi che possano mettere a repentaglio la Sicurezza Nazionale o i miei colleghi, avete sbagliato libro. Io descrivo solo cose che sono di pubblico dominio...”. Quindi, con una simile introduzione, alcune categorie di lettori potrebbero sentirsi delusi.
Ma per poter giudicare una cosa, bisogna prima conoscerla.
Così mi sono letto il libro.

Ho letto la versione originale in inglese ottenuta in anteprima il 4 di settembre in qualità di cliente “fidato” del servizio Kindle di Amazon. Per quanto riguarda l’eventuale versione italiana, non posso esprimere giudizi. Ma in certi casi i problemi sono sempre dietro le traduzioni affidate a persone non del settore. Fin da ora spero che la Casa Editrice italiana che ha acquisito i diritti di pubblicazione di No Easy Day si sia affidata a traduttori con una solida competenza in ambito militare, altrimenti, ci troviamo di fronte i soliti libri esilaranti da leggere. Chiusa parentesi.

No Easy Day è scritto con uno stile molto lineare, quasi elementare. Il libro si apre con il protagonista narratore che sta atterrando nel cortile del compound dove è stato da mesi individuato Bin Laden ed il pilota segnala che ci sono problemi. Poco prima dello schianto si conclude il capitolo ed inizia la parte biografica.
“Mark Owen” è cresciuto in Alaska imparando a vivere a contatto con una natura selvaggia e diventando un esperto cacciatore col fucile fin da bambino, sotto la guida del padre. In molti punti del libro si sottolinea che le capacità acquisite fin da bambino gli hanno permesso di eccellere come soldato nelle operazioni su terraferma.
Distinguendosi dalla moda di altri libri autobiografici sul genere, evita di descrivere nei dettagli la selezione BUD/S limitandosi a dire che è “dura, ma fattibile”. Inoltre buona parte della narrazione è focalizzata nel periodo in cui fa domanda per entrare nel DEVGRU, ovvero l’Elite dei Navy SEALs, il Reparto a cui sono affidate le missione più sensibili.

Pur non entrando nei dettagli, ma piuttosto cercando di sottolineare la ricerca della semplicità assoluta nelle strategie e nelle tattiche impiegate in Iraq ed Afghanistan per combattere gli “insurgents”, molte pagine descrivono episodi di combattimenti molto esplicativi. Il tutto si riduce al fatto che anche i SEALs fanno quello che possono, e che anche quattro iracheni asseragliati al secondo piano di un edificio sono un bersaglio inespugnabile per tre squadre SEALs e richiedono l’intervento di due corazzati Bradley per risolvere la situazione. Oppure che la burocrazia è in grado di legare le mani anche a loro, i Navy SEALs.


Il libro è godibile per l’estrema modestia, umiltà, dell’autore. Che si definisce solo un uomo che cerca di servire l’America e di proteggere i suoi colleghi, tutti con una vita famigliare azzerata. Qualche episodio di vita tra SEALs, degli innumerevoli scherzi (anche pesanti) che si fanno tra di loro e testimonianze di grandi atti di eroismo e professionalità in combattimento. Tutto questo per esattamente metà del libro. Dalla metà in poi il libro si prosegue con l’autore che riceve un SMS che gli dice di recarsi immediatamente alla base.
Da lì inizia il briefing e l’addestramento che ha come obiettivo la cattura di Bin Laden. Molto interessante la parte di Intelligence e di conduzione dei briefing, dove la semplicità espositiva senza fronzoli è essenziale a tutti i livelli. 

Il Raid vero e proprio occupa gli ultimi sei (molto rapidi) capitoli, dove è una cronaca molto asciutta, ma puntuale, dei ricordi dell’autore di quei minuti. Non sarà lui quello che sparerà a Bin Laden, ma sarà colui che ne farà le prime foto e la prima perquisizione del cadavere. Inoltre, dal resoconto di questo libro, quella di Bin Laden fu un’esecuzione, in quanto, smentendo le fonti giornalistiche e altri libri sull’argomento (vedasi il comico e surreale per quanto male ricostruisce gli eventi “SEAL TARGET: GERONIMO), Bin Laden era disarmato.

Dettaglio non trascurabile, in virtù delle dichiarazioni dell’autore nella prefazione, non viene spesa nemmeno una parola per descrivere la versione “stealth” degli elicotteri Blackhawk utilizzati nel raid. Ci si limita  dire per l’elicottero schiantato nel cortile del compound: “vennero piazzate delle cariche esplosive per distruggere l’avionica e gli apparati di comunicazione che contenevano delle tecnologie sensibili”.
Il resto del libro è una dettagliata, e decisamente realistica, descrizione degli eventi che riportano i SEAL in Afghanistan con a bordo il corpo di Bin Laden, e dei pochi minuti in cui è esaminato in un hangar, prima di essere trasportato via per essere sepolto in mare.

In conclusione è un libro ben scritto, anche se con uno stile molto semplificato. Non lascia spazio a dichiarazioni particolarmente aggressive o idiozie letterarie come il Dick Marcinko dei suoi primi libri autobiografici. Anzi, in questo libro c’è una breve, ma calcata, critica proprio a Marcinko ed al suo modo di fare da “eterno ex-fondatore del SEAL TEAM SIX”.
Il libro si conclude con una lista dei SEAL caduti dall’Undici di Settembre 2001 ad oggi e dichiara che parte dei proventi delle vendite del libro andrà alle famiglie di questi SEAL.

Personalmente il libro mi è piaciuto proprio per il tono maturo, discreto, professionale, con cui l’autore illustra la sua vita e carriera operativa nei SEAL. Non è una maniacale collezione di termini tecnici o di descrizioni chirurgiche di tattiche. Però, per chi sa cogliere i dettagli, dice molto su come si è evoluto il CQB dei SEAL dal 2001 ad oggi. C’è qualche “product placement” che fa storcere un po’ il naso: l’autore cita un po’ troppo spesso, con troppa enfasi e fuori contesto, tre marche. Una di coltelli, una che fabbrica indumenti tattici e una di calzature. Purtroppo anche i libri, come i film di Hollywood, hanno bisogno di sponsor.

Il libro è consigliatissimo per chi vuole avere una buona idea delle attuali metodologie di conduzione della guerra moderna al terrorismo, e per apprezzare una “voce fuori dal coro” della ricostruzione di uno degli eventi più importanti della storia moderna: l’uccisione di Bin Laden.Il tutto senza nemmeno l’ombra di sensazionalismi. 
Solo per questo dettaglio mi viene da pensare che è tutto autentico quello che c’è scritto in No Easy Day. ;-)


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Italia 2014. Sono trascorsi due anni dagli eventi de "La giusta decisione". Saverio Mora, l'analista dei Servizi Segreti italiani, e Matteo Giuliani, ex ufficiale del Col Moschin, oggi vivono le loro vite a centinaia di chilometri uno dall'altro, ignari delle circostanze che li stanno per travolgere.
Due storie parallele che condurranno il lettore nell'Iraq devastato dal ritiro delle truppe occidentali, in balia di Contractor corrotti coinvolti in traffici illeciti, e in una Italia dove i Servizi Segreti e i GIS dei Carabinieri tentano di sventare la devastante quanto concreta minaccia di un attentato terroristico. Xenofobia, voto agli immigrati e la dettagliata quotidianità dei Contractor in Iraq sono solo alcuni dei temi scottanti in cui il lettore si troverà catapultato, attraverso una trama ricca di azione e realismo tecnico fino al culmine di un finale emozionante e imprevedibile. Per maggiori informazioni su www.francescocotti.it

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie Cooks, aggiungo nella lista della spesa

carlo

Anonimo ha detto...

grazie, aggiungo alla lista della spesa.
;-)

carlo

Anonimo ha detto...

Bella recensione, graize! Avevo acquistato questo libro con aspettitative minime e sono contento di vedere che anche qualcun altro ha riscontrato i toni umili e la modestia dell'autore. Ho letto altri libri scritti da ex membri delle SOF americani e, a mia sopresa, questo è quello che forse ho trovato più piacevole, sicuramente molto di più dei libri di Lutrell e Wasdin che ho apprezzato solo per parte dei contenuti.
Felice 2013!